Sciopero delle compagnie aeree: a terra Ryanair, EasyJet e Volotea

Sciopero delle compagnie aeree: a terra Ryanair, EasyJet e Volotea

Le compagnie aeree low cost protestano a a oltranza: i voli di Ryanair, EasyJet e Volotea rimangono a terra.

Sciopero delle compagnie aeree low cost. A rimanere a terra, le famosissime Ryanair, EasyJet e Volotea. I dipendenti scioperano in segno di protesta, a causa dei problemi relativi alle retribuzioni, ai contratti e ai comportamenti anti-sindacali delle aziende. Vacanze a rischio per chi aveva prenotato il volo.

Scioperi a oltranza, la protesta delle compagnie low cost

Inizia nella giornata di oggi, sabato 25 giugno 2022, la protesta delle compagnie aeree, che vede protagoniste le compagnie low cost. A protestare i dipendenti di Ryanair, EasyJet e Volotea. Si tratta del secondo caso in cui i dipendenti delle compagnie aeree decidono di far rimanere i velivoli a terra in segno di protesta.

Le critiche mosse dalle compagnie aeree sono le seguenti: “Retribuzioni inferiori ai minimi previsti dal contratto nazionale, condizioni operative insostenibili, mancato adeguamento dei trattamenti salariali ai contratti di riferimento e pratiche anti-sindacali come dichiarano i lavoratori”.

La nota di Uiltrasporti

In una nota della Uiltrasporti si legge: “Dopo la prima azione di sciopero svoltasi l’8 giugno scorso, che ha coinvolto numerosissimi operatori si è resa necessaria una nuova azione di protesta. Visto il perdurare delle inaccettabili condizioni in cui piloti e assistenti di volo sono costretti a lavorare. L’azione di lotta è per protestare contro la compressione dei diritti dei lavoratori culminata in licenziamenti ingiustificati. Contro la mancanza di solidità operativa e il totale degrado delle relazioni industriali, a danno di passeggeri e equipaggi. In una stagione già molto complicata per il trasporto aereo che cerca di riprendersi”.

E continua: “la protesta continua contro l’atteggiamento aziendale che lede i diritti dei lavoratori per il mancato adeguamento delle retribuzioni minime secondo l’art.203 e per le numerose azioni unilaterali con un ulteriore abbassamento dei salari giustificato da accordi individuali e pseudo-volontari. A questo si aggiunge una totale inadeguatezza dei turni di lavoro con operativi molto intensi che non fanno certamente pensare alla crisi aziendale per la quale si chiedono continui sacrifici ai lavoratori”.