A differenza dell’Italia che si trova molto indietro nel settore, la Cina sta facendo passi avanti in questo mondo.
La Cina, così come la Nato da qualche anno, ha incrementato gli investimenti in questo settore multidisciplinare che è la strategic communication. La comunicazione strategica è centrale nei rapporti diplomatici di oggi. Con i social network e con le fake news, siamo tutti protagonisti di qualsiasi conflitto. Il motivo è la velocità e l’importanza dell’informazione in questi contesti a differenza dei precedenti conflitti.
Secondo l’ultimo rapporto di stratcom, la Cina è al primo posto per attendibilità sulla manipolazione attraverso i social network. Soprattutto TikTok, ha prontamente eliminato le fake news. Il social avrebbe anche dichiarato di non divulgare contenuti sul conflitto ucraino nel territorio cinese e nelle aree satelliti. Secondo altre fonti, però, la Cina nel resto del mondo starebbe aiutando la Russia nella diffusione della sua propaganda.
Inoltre, in Cina riguardo all’informazione e alla comunicazione si sta intensificando il programma per l’istruzione. I contenuti però vertono principalmente a divulgare l’etica militare, a rafforzare il patriottismo, a consolidare un senso di unità. Un ambito su cui punta il partito popolare cinese, come mostra anche l’ennesima trovata di Xi Jinping di diffondere i libretti rossi con i suoi discorsi per rafforzare la propaganda sulla scia di ciò che fece Mao.
La manipolazione della comunicazione
Il controllo e la censura in Cina sono sempre più forti come si evince dall’eliminazione dei video che mostrano le immagini crude e violente delle autorità sanitarie a Pechino. In Cina è in atto una vera e propria dittatura sanitaria sulla base della strategia Covd Zero e il governo fa di tutto per non diffondere quelle immagini.
La comunicazione della Cina si basa sul “fare rispettare la Costituzione, fare aderire al patriottismo, garantire la lealtà e la fedeltà e realizzare la nazionalizzazione delle forze militari”. Il governo, inoltre, sfrutta i big data per fare analisi politiche ed economiche. Trasmette poi i risultati attraverso videoclip o materiale di propaganda, in modo da consolidare la “difesa mentale” della gente.