Concessioni balneari, cosa intende fare l’Italia?

Concessioni balneari, cosa intende fare l’Italia?

L’ipotesi del governo sarebbe quella di distinguere le concessioni balneari assegnate prima del 2010 da quelle dopo questa data.

L’Italia è stata spesso minacciata dalla Commissione europea per non essere in regola con le regole vigenti sulle concessioni balneari. Il governo quindi cerca un’escamotage per sgattaiolare via da queste complicazioni, modificando il contenuto del Decreto Milleproroghe, convertito in legge dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

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Per il decreto è stato disposto un nuovo rinvio fino al dicembre del 2024 della messa a bando degli stabilimenti balneari, con la possibilità di rendere le concessioni valide per tutto il 2025 “in presenza di ragioni oggettive che impediscono l’espletamento della procedura selettiva”.

L’Italia, accusata d’infrazione

Il governo italiano è stato accusato di non aver applicato la direttiva Bolkestein, in vigore dal 2006, per cui la gestione dei beni pubblici va assegnata con una procedura di gara. Infatti, d’altra parte, l’Italia ha assegnato le spiagge tramite concessioni decennali, vantaggiose per gli stabilimenti, ma poco redditizie per lo Stato.

I dubbi di Mattarella

Sulle concessioni demaniali, per Mattarella “è evidente che i profili di incompatibilità con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali definitive accrescono l’incertezza del quadro normativo e rendono indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di Governo e Parlamento”. Il messaggio ha richiamato così l’attenzione del Governo.

Secondo Giancarlo Coraggio, ex presidente del Consiglio di Stato e della Corte Costituzionale, non solo ci sarebbe “il rischio di una procedura di infrazione è serio”, ma ci sarebbe anche la “questione pregiudiziale davanti alla Corte di Giustizia Ue, che ha deciso la procedura accelerata”.

Come si comporta il governo?

Il piano del governo quindi sarebbe di distinguere le concessioni assegnate prima e dopo il 2010, quando la direttiva Bolkestein è stata recepita in Italia. In questo modo si salverebbero gran parte delle concessioni, dal momento che chi ha investito in uno stabilimento prima dell’attuazione della legge non potrebbe essere paragonato a chi lo ha fatto dopo.

In caso contrario, ci sarebbe anche l’idea di mettere a bando le concessioni, accontentando l’Europa, ma con una corsia preferenziale per chi ha già uno stabilimento. Da 31 dicembre 2023, “tutte le concessioni demaniali dovranno considerarsi prive di effetto, indipendentemente da se via sia – o meno – un soggetto subentrante nella concessione”.