Prima condanna per il caporalato sui rider. La sentenza è stata emessa da un tribunale di Milano.
MILANO – Prima condanna per il caporalato sui rider. Il tribunale di Milano, come ricordato dal Corriere della Sera, ha inflitto 3 anni e otto mesi ad un titolare di un’agenzia di intermediazione di lavoro. L’uomo è indagato nell’inchiesta sul rapporto tra Uber e la società lombarda di pony express FlashRoad City-Frc.
Inoltre, il giudice ha deciso di risarcire le persone che si erano costituiti partici civile con 10mila euro a testa. Si è trattata di una sentenza sicuramente storica e che potrebbe essere un precedente importanti soprattutto in vista di altri processi simili.
La sentenza
La condanna a 3 anni e 8 mesi è stata decisa dal tribunale di Milano. Secondo quanto scritto dal Corriere ella Sera, i migranti provenienti da Mali, Nigeria, Costa d’Avorio, Gambia, Guinea, Pakistan e Bangladesh. Si tratta di persone che “in condizioni estrema vulnerabilità e isolamento sociale venivano pagati a cottimo 3 euro a consegna, indipendentemente dalla distanza da percorrere, dal tempo atmosferico, dalla fascia oraria“.
Le indagini
Le indagini sono iniziate nei mesi scorsi e hanno portato, almeno in un primo momento, al commissariamento della filiale italiana di Uber. Un provvedimento che il tribunale di Milano ha deciso di revocare lo scorso marzo per l’impegno da parte della stessa azienda a intraprendere un percorso virtuoso subito dopo l’indagine.
Ma la vicenda non è ancora finita qui. Lunedì 18 ottobre inizierà il processo con rito ordinario nei confronti di Gloria Brescianini, anche lei accusata di caporalato nei confronti dei fattorini. Altra pagina di un capitolo sicuramente importante e che rischia di scrivere una pagina di storia del nostro Paese. Ad oggi, infatti, ma un imprenditore era stato condannato per una vicenda simile e il tribunale di Milano potrebbe essere un precedente importante.