Mosca conferma la condanna di 9 anni della cestista americana Brittney Griner, accusata di contrabbando di stupefacenti.
Ad agosto era stata condannata a nove anni di reclusione e a una pena pecuniaria da un milione di rubli (quasi 16 mila euro). Oggi, una corte d’appello di Mosca conferma la condanna di Brittney Griner nonostante gli Usa abbiano lottato per riportarla a casa. Una punizione troppo severa per un crimine di piccola entità. Sono gli analisti a dichiarare che il gesto sarebbe stato commesso per i valori avversi di Putin con quelli dell’atleta.
L’arresto di Brittney
Oggi una Corte d’appello russa ha confermato la condanna a nove anni di reclusione per la cestista americana Brittney Griner, riconosciuta colpevole di possesso di stupefacenti. Secondo gli analisti si è potuto trattare di una mossa politica: la 31enne campionessa del Wnba incarna tutti i valori avversi a Putin.
L’atleta era stata fermata a febbraio in aeroporto con dell’olio di cannabis nella sigaretta elettronica. Griner si sarebbe dichiarata colpevole in tribunale, ribadendo però la non intenzionalità del crimine commesso. L’arresto è divenuto un caso diplomatico, nel contesto delle accresciute tensioni tra Russia e Usa.
Gli Usa lottano per Griner
Il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan dichiara l’ingiusta condanna di Brittney Griner, affermando che dovrebbe essere “rilasciata immediatamente”. Nelle ultime settimane, gli Usa avrebbero fatto tutto il possibile per riportare Brittney a casa. Sarebbe stato fatto anche per gli altri emericani detenuti in Russia, compreso Paul Whelan. Sullivan dichiara che il presidente Joe Biden ha dimostrato la sua “volontà di prendere decisioni difficili” per riportare i cittadini americani a casa.
La cestista, apparsa in collegamento video nell’aula di tribunale di Krasnogorsk, è rinchiusa nel carcere di Novoye Grishino. La cestista aveva chiesto al tribunale di Mosca di ridurre la sua pena detentiva “traumatica”.