Con una lettera il Consiglio d’Europa ha chiesto al governo Meloni di ritirare il decreto legge sulle Ong per rispettare il diritto internazionale.
La commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatovic ha inviato una lettera al ministro dell’Interno Piantedosi per chiedere al governo italiano di «considerare la possibilità» di ritirare il decreto legge sulle Ong. L’alternativa è adottare tutte le modifiche necessarie «per assicurare che il testo sia pienamente conforme agli obblighi del Paese in materia di diritti umani e di diritto internazionale». La commissaria si è detta preoccupata dal fatto che alcune misure del decreto ostacolino l’assistenza delle Ong nel Mediterraneo.
Quello che preoccupa maggiormente la commissaria per i diritti umani è il fatto che le Ong non possono fare più salvataggi multipli in mare costringendole a ignorare altre richieste di soccorso nell’area se hanno già delle persone a bordo. Mijatovic evidenzia che rispettando questa disposizione, i comandanti delle Ong verrebbero di fatto meno ai loro obblighi di salvataggio sanciti dal diritto internazionale. Il Consiglio ha stabilito che il decreto non è in linea con l’articolo 11 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, sulla “libertà di riunione pacifica e la libertà d’associazione”.
Timori infondati da parte del Consiglio per Piantedosi
Alle navi delle Ong in più vengono assegnati come porti sicuri luoghi lontani nel centro e nel nord Italia, non più al sud, nei porti più vicini. Questo «prolunga le sofferenze delle persone salvate in mare e ritarda indebitamente la fornitura di un’assistenza adeguata a soddisfare i loro bisogni primari». La redistribuzione equa sul territorio, secondo la commissaria, potrebbe essere raggiunta in un altro modo.
Il Consiglio d’Europa inoltre chiede al governo italiano di sospendere la cooperazione con la Libia. Inoltre, chiede informazioni «sulle accuse, contenute in alcuni rapporti dei media, circa la pratica di rimpatrio di persone dall’Italia alla Grecia su navi private, dove gli individui sono privati della libertà in condizioni molto preoccupanti e senza aver avuto la possibilità di presentare una domanda d’asilo in Italia».
Il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale con 46 Stati membri per i diritti umani con sede a Strasburgo e non c’entra nulla con l’Unione europea. Nella replica il ministro Piantedosi ha detto che i timori del Consiglio d’Europa sono «infondati».