Il premier Conte arriva alla prova del Senato e spera di superare quota 155. Con la maggioranza relativa rimarrebbe in sella e potrebbe lavorare al nuovo esecutivo.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si gioca buona parte del futuro con il voto di fiducia in Senato. La maggioranza assoluta sembra irraggiungibile ma al premier basterebbe anche la maggioranza relativa per rimanere in sella ed andare puntellare poi la maggioranza di governo.
La conta al Senato
Il premier ha superato senza ostacoli la prova del voto alla Camera raccogliendo 321 voti e ha chiuso definitivamente la porta a Renzi, che ha scelto di astenersi dal voto con i rappresentanti di Italia Viva.
Al Senato molto passa dal comportamento di Iv. Se decidesse di astenersi semplificherebbe la vita a Conte, se votasse costringerebbe il premier ad una conta estenuante aggiungendo 18 voti al Centrodestra, che chiede le dimissioni del premier.
Crisi di governo, Conte alla prova del voto al Senato: tutti gli scenari
Difficile che Conte possa raggiungere la maggioranza assoluta. Con 161 voti blinderebbe di fatto la maggioranza di governo e avrebbe la strada spianata per il futuro. Ma i conti non tornano anche contando i volenterosi, come li ha definiti lo stesso Conte.
Se dovesse ottenere meno di 160 voti si aprirebbero almeno due scenari. Con più di 155 voti il governo può dormire sonni tranquilli. Avrebbe le carte in regola per continuare ad operare con discreta serenità e intanto puntellare e inquadrare i nuovi sostenitori della maggioranza.
Con meno di 155 voti lo scenario si complicherebbe e non poco. Conte potrebbe comunque andare avanti con la maggioranza relativa al Senato ma dovrebbe continuare a lavorare per costruire una nuova maggioranza. In caso contrario la maggioranza potrebbe facilmente andare sotto costringendo Conte a procedere con le dimissioni.
Difficile ma non impossibile anche la sconfitta di Conte al Senato, che potrebbe trovarsi con meno di 150 voti. A quel punto potrebbe comunque decidere di andare avanti ma la sua credibilità sarebbe profondamente compromessa.
Il premier non pensa alle dimissioni
Stando alle indiscrezioni che circolano, il Presidente del Consiglio non sarebbe comunque intenzionato a salire al Colle per rassegnare le sue dimissioni, anche perché confida di portare a casa almeno una considerevole maggioranza relativa.