Toninelli, ex membro del Movimento 5 Stelle, accusa Conte di tradimento e critica le sue scelte politiche, rivelando dettagli sui retroscena interni del partito.
Danilo Toninelli, l’ex ministro pentastellato, torna a parlare e lancia un pesante attacco a Giuseppe Conte e al suo cerchio magico. Durante un’intervista con Newzgen, il membro del Collegio dei probiviri del Movimento 5 Stelle non ha risparmiato strali nei confronti dell’ex presidente del Consiglio, accusandolo di essere responsabile di tradimenti all’interno del Movimento.
“Conte è un traditore”, l’affondo pesantissimo di Toninelli
“Conte ha tradito se stesso, ha mentito, ma soprattutto ha tradito il Movimento Cinquestelle”, ha dichiarato Toninelli, che non ha usato mezzi termini nel criticare la gestione di Conte, soprattutto dopo il suo arrivo al vertice del partito.
Secondo Toninelli, Conte avrebbe agito per motivi personali, con la speranza di trovare un futuro nel Partito Democratico o ottenere un posto di prestigio a livello europeo, come quello di Commissario europeo.
Le accuse e la fine del Movimento 5 Stelle
A poche ore dalla seconda votazione degli iscritti al Movimento, che ha sancito la fine della figura del Garante e la possibilità di eliminare il vincolo del doppio mandato, Toninelli ha spiegato ciò che, secondo lui, accadrà nel futuro del M5S.
“Beppe Grillo – ha affermato – agirà per tornare proprietario del simbolo del Movimento”.
Toninelli ha spiegato che Grillo, tramite il suo studio legale, farà un’azione legale per riappropriarsi del simbolo, che è di sua proprietà e che ora è utilizzato da Conte.
Secondo Toninelli, Conte non ha mai creato un partito proprio per via dei fondi pubblici accumulati dal Movimento, derivanti dal 2×1000, che rappresentano una risorsa importante per chi vuole fare della politica una professione.
Creare un nuovo partito sarebbe stato troppo oneroso per Conte, un’operazione che sarebbe stata come “una traversata nel deserto”.
Retroscena sulla leadership di Conte nel M5S
Toninelli ha anche voluto sfatare un mito riguardo alla leadership di Conte nel Movimento. “Grillo ha messo Conte lì, ma a livello statutario”, ha spiegato, svelando che Luigi Di Maio, in passato, aveva avuto un grande ascendente su Grillo.
Secondo Toninelli, Di Maio aveva proposto a Grillo di dare la leadership a Conte, nella speranza che quest’ultimo “si suicidasse politicamente”.
La scelta di Conte, dunque, non sarebbe stata tanto una strategia di Grillo, quanto una mossa suggerita da Di Maio, per indebolire ulteriormente il Movimento.
Toninelli, infine, ha espresso la sua disillusione nei confronti del Movimento, definendo il simbolo del M5S non solo come un semplice logo, ma come un vero e proprio messaggio politico.
“Il simbolo non è un disegnino grafico, ma la politica come missione”, ha dichiarato, sottolineando che la politica non deve essere appannaggio dei professionisti del settore. “Il professionista della politica è un professionista del rinnovamento della poltrona”.
Toninelli ha concluso dichiarando che, oggi, non andrebbe più a votare, perché ciò che sente è un vuoto interiore, un risultato della perdita di quello che una volta era il Movimento.