Aumentano le morti bianche, mentre diminuisce il numero degli infortuni denunciati. Chi era Lorenzo Parelli, ricordato da Ambra al concertone del 1° maggio
Lorenzo Parelli aveva solo 18 anni. Il 21 gennaio del 2022 stava compiendo il suo ultimo giorno di stage per l’alternanza scuola-lavoro, in un’azienda di Udine. Colpito da una putrella d’acciaio, è morto sul colpo. Il ricordo di quel tremendo incidente sul lavoro è stato rievocato sul palco del concertone del 1° maggio, con Ambra Angiolini che si è visibilmente commossa celebrando la memoria di Lorenzo.
Ma il suo, purtroppo, è solo uno dei tanti casi di incidenti fatali che, prima e dopo quel giorno infausto, sono costati la vita ai lavoratori coinvolti. Le statistiche sono impietose. Nei primi tre mesi del 2023 (ultimo aggiornamento del dato), le morti bianche sono state ben 196: 7 in più del 2022, 11 in più del 2021 e 30 in più del 2020.
Un trend agghiacciante, solo in parte compensato dalla diminuzione degli incidenti denunciati. Nel primo trimestre 2023 sono stati 86.000 gli infortuni registrati: comunque troppi, anche se in diminuzione su base annua (-25%). Meno incidenti, ma più gravi. A meno che, ovviamente, non si dia credito a un’altra inquietante ipotesi, ovvero che molti casi non vengano denunciati, per evitare che le inevitabili indagini portino alla luce delle irregolarità.
Il tema non è certo trascurabile. Non lo sarebbe in condizioni normali, figuriamoci in un Paese che deve necessariamente spingere sull’acceleratore, affinché gli ingenti fondi del Pnrr non vengano scelleratamente bruciati. Non c’è imprenditore che non si lamenti dei “lacci e lacciuoli” imposti dalla burocrazia e spesso sono doglianze più che fondate. Eppure, nonostante la burocrazia, si continua a morire di lavoro, troppo spesso.