Il processo per la morte di Saman Abbas, avvenuta nel 2021, si terrà a febbraio 2023. La legale: “Prime risposte il 4 gennaio”.
Continuano le indagini sulla morte di Saman Abbas, la giovane 18enne pakistana uccisa per mano della sua famiglia dopo il suo rifiuto ad un matrimonio combinato con sui cugino. In seguito all’arresto del padre, lo zio Danish ha rivelato alle forze dell’ordine il luogo il cui è stato sepolto il cadavere di Saman quel tragico 30 aprile 2021.
Le operazioni di riesumazione si sono concluse. Il cadavere si è conservato perfettamente, e per gli inquirenti non ci sarebbero dubbi: il corpo appartiene proprio alla giovane Saman Abbas. Nonostante ciò, l’autopsia ancora non ha accertato l’identità della vittima.
L’intervista alla legale del caso
Durante un’intervista a Fanpage.it, l’avvocatessa Barbara Iannuccelli, legale dell’Associazione Penelope, si è costituita parte civile nel processo. La causa inizierà a febbraio 2023 sulla morte della giovane pakistana scomparsa tra aprile e maggio 2021.
L’avvocatessa ha riferito a Fanpage.it: “Alle 14 del 4 gennaio ci riuniremo per fare il punto della situazione. E potremo avere delle prime risposte rispetto all’identificazione dei resti. Gli accertamenti sono numerosi, alcuni sono stati eseguiti direttamente dalla dottoressa Cattaneo, alti sono stati demandati a professionisti esterni”.
E prosegue: “Adesso è in carcere ed è in attesa dell’udienza del 10 gennaio. Qualche passo in avanti rispetto all’udienza preliminare dei mesi scorsi l’abbiamo fatto ma avere livelli di certezza alla data del 10 febbraio, giorno in cui comincerà il processo in Italia, oggi non lo possiamo dire“, dice.
Poi, per quanto riguarda Nazia, la mamma di Saman Abbas che ad oggi risulta ancora irreperibile, ha spiegato: “Dagli atti pakistani emerge che la mamma non è minimamente interessata da tutto ciò che sta accadendo lì relativamente al padre. Il nome di Nazia non esiste proprio. Si può affermare che non sia interesse del Pakistan neanche inserirla in un circuito per l’estradizione”.