Conto corrente: 3 "mosse" fanno scattare i controlli del Fisco
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Direttore: Alessandro Plateroti

Conto corrente, i 3 errori che fanno insospettire il Fisco: devi assolutamente evitarli

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I 3 movimenti bancari da evitare sul conto corrente per non attirare l’attenzione del Fisco. Evita controlli indesiderati con i nostri consigli.

Non bisogna stare attenti solo alle multe, ma anche ai movimenti sul conto corrente. La crescente trasparenza finanziaria e i nuovi strumenti di monitoraggio dell’Agenzia delle Entrate fanno sì che alcune operazioni bancarie possano insospettire il Fisco e portare a controlli accurati, senza che il correntista ne sappia nulla.

Sapere quali sono i movimenti a rischio è fondamentale per evitare accertamenti fiscali e spiacevoli sorprese. Ecco svelati i tre principali movimenti che possono attirare l’attenzione dell’Amministrazione finanziaria e come gestirli senza problemi.

Mani che stringono dei soldi

Quali sono i 3 movimenti bancari da evitare sul conto corrente

Uno dei movimenti bancari più a rischio, come riportato da Greenstyle.it, è rappresentato dai bonifici internazionali, sia in entrata che in uscita. L’Agenzia delle Entrate monitora con attenzione queste transazioni, poiché potrebbero essere correlate a fenomeni di evasione fiscale o riciclaggio di denaro. Le banche hanno l’obbligo di segnalare all’Unità di informazione finanziaria (Uif) tutte le operazioni che superano determinate soglie, senza avvisare il correntista.

Quando si ricevono bonifici da fonti che non risultano collegate alle proprie attività professionali dichiarate, specialmente se tali movimenti sono frequenti e di importo considerevole, il Fisco potrebbe decidere di approfondire la questione. Per evitare problemi, è fondamentale accompagnare ogni bonifico con una causale dettagliata e conservare la documentazione necessaria per giustificare l’entrata di denaro.

Anche i prelievi di contante sono oggetto di monitoraggio. Attualmente, il limite per i pagamenti in contante è fissato a 5.000 euro, mentre la soglia massima per i prelievi è di 10.000 euro al mese. Qualora si superi questo limite, la banca è tenuta a segnalare l’operazione all’Uif, che a sua volta può informare il Fisco e la Guardia di Finanza. Eventuali discrepanze tra i redditi dichiarati e i prelievi effettuati potrebbero portare a ulteriori verifiche.

Bonifici ricevuti da privati: quando il Fisco si insospettisce

Un altro movimento che può destare sospetti è il bonifico ricevuto da privati, soprattutto se non giustificato da un’attività lavorativa dichiarata o da contratti ufficiali. Il Fisco presta particolare attenzione ai trasferimenti tra privati quando sono ricorrenti o di importo rilevante, poiché potrebbero nascondere redditi non dichiarati.

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ultimo aggiornamento: 25 Marzo 2025 9:58

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