La convenzione contro la violenza di genere: 12 anni di impegno e sfide

La convenzione contro la violenza di genere: 12 anni di impegno e sfide

Entrata in vigore il 1° agosto 2014, la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne è stata ratificata solo da 10 Stati.

La Convenzione di Istanbul, strumento giuridicamente vincolante del Consiglio d’Europa contro la violenza di genere, ha celebrato il suo dodicesimo anniversario il 11 maggio 2023. Nonostante sia entrata in vigore solo nel 2014 e ratificata da soli dieci Stati, ha recentemente ottenuto l’adesione dell’Unione europea il 1º ottobre 2023, segnando un passo significativo nella lotta contro la violenza domestica e contro le donne.

Una pietra miliare nella protezione delle donne

La Convenzione di Istanbul rappresenta il primo strumento internazionale con vincoli giuridici per un quadro normativo completo a tutela delle donne contro ogni forma di violenza.

Composta da un preambolo, 81 articoli divisi in 12 capitoli e un allegato, essa si configura come una pietra miliare nella lotta contro la violenza di genere, richiedendo al contempo un’evoluzione culturale nella società. La sua applicabilità è estesa sia in tempo di pace che in situazioni di conflitto armato, un contesto spesso caratterizzato da feroci violenze sulle donne.

Il verdetto di Amnesty International

Amnesty International la definisce come “il trattato di maggiore portata per affrontare la violenza contro le donne e la violenza domestica”. La Convenzione stabilisce standard minimi per i governi europei nella prevenzione, protezione e condanna della violenza di genere.

Essa impone agli Stati aderenti l’obbligo di introdurre servizi di protezione e supporto, compresi rifugi, centri antiviolenza, linee telefoniche gratuite 24 ore su 24, consulenza psicologica e assistenza medica. Inoltre, sottolinea l’importanza dell’educazione all’uguaglianza di genere, alla sessualità e alle relazioni sane.

Astensione di Lega e Fratelli d’Italia

Il Parlamento europeo ha votato due risoluzioni il 10 maggio 2023 per invitare l’Unione europea ad adottare la Convenzione, con numeri significativi di favorevoli, contrari e astenuti.

Tra gli astenuti però, vi sono i rappresentanti italiani di Lega e Fratelli d’Italia, motivando la loro decisione con la preoccupazione che la Convenzione potesse essere strumentalizzata in relazione alle tematiche del gender, sostenendo che la Corte di Giustizia ha ben definito il perimetro dell’adesione.

Nel 2011, i primi firmatari sono stati: Austria, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Lussemburgo, Montenegro, Portogallo, Slovacchia, Svezia e Turchia. Tuttavia, la ratifica è stata inizialmente lenta, e solo il 1º ottobre 2023 la Convenzione è entrata in vigore. Mentre 45 paesi l’hanno firmata, solo 20 l’hanno ratificata, con l’Italia tra i primi nel 2013.

La controversa mossa della Turchia

La Turchia è stata il primo paese a ratificare la Convenzione nel 2012, ma nove anni dopo, nel marzo 2021, ha revocato la propria partecipazione con un decreto presidenziale, sollevando interrogativi sulla stabilità dell’impegno internazionale contro la violenza di genere.

In Italia, dopo l’approvazione unanime alla Camera nel 2013, il Senato ha votato a favore con un solo astenuto. La Convenzione mira a eliminare pregiudizi, stereotipi e pratiche discriminatorie, stabilendo misure di tutela delle vittime in 81 punti.