Nonostante fino a ieri la possibilità di trovare un accordo unanime sembrava lontana, oggi la Cop 27 ha redatto il documento finale.
L’8 novembre si è tenuta la conferenza Cop 27 a Sharm el Sheik, in Egitto, l’evento mondiale a cui ha preso parte anche la neo premier di estrema destra Giorgia Meloni. Il tema cardine della conferenza è il cambiamento climatico a cui negli ultimi anni stiamo assistendo, causa di importanti disastri ambientali.
Tra gli argomenti trattati, anche il problema dei Paesi più vulnerabili, su cui finalmente è arrivata l’intesa. Secondo quanto stabilito, verrà adibito un fondo per i Paesi più vulnerabili. Confermati anche gli impegni di Glasgow e il taglio delle emissioni del 43% al 2030.
Arriva anche l’incoraggiamento nei confronti dei leader che hanno preso parte alla conferenza di Bali da parte di un attivista per quanto riguarda le politiche che pongono un freno al riscaldamento. La sua richiesta è che il riscaldamento venga limitato a 1,5 gradi Celsius a partire dai tempi preindustriali e forniscano inoltre dei risarcimenti per perdite e danni alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici Cop27.
L’accordo
Nonostante fino a ieri la possibilità di trovare un accordo unanime sembrava ben lontana, ad oggi la Cop 27 riunitasi a Sharm el-Sheik ha redatto finalmente un documento finale. I temi principali sono quelli della mitigazione del cambiamento climatico, che vertono sulla decarbonizzazione e il taglio delle emissioni di gas serra. Affrontato anche il tema dei loss and damage Si tratta nella fattispecie dei ristori delle perdite e dei danni nei paesi più vulnerabili.
Secondo Luca Bergamaschi, del think tank italiano sul clima Ecco, la nuova bozza redatta dai vertici del Cop 27 “riafferma gli impegni di Glasgow. Con l’aggiunta del riconoscimento delle rinnovabili. È la prima volta che le fonti pulite entrano nel documento di una Cop, come l’anno scorso era entrato il carbone per la prima volta. In compenso, manca ancora qualsiasi impegno per la riduzione dei combustibili fossili”. Anche l’ambientalista indiano Harjeet Singh la pensa allo stesso modo: “Questa Cop porta un buon risultato sui loss and damage. Ma si sarebbe potuto molto fare di più sull’uscita dai combustibili fossili”.
30 years of patience. The day has arrived. It is done. YES a new Fund for responding Loss and Damage in developing countries….This is a unique moment a win for all citizens of the world. Head of Delegation have agreed… pic.twitter.com/OZMpfYLdCo
— Alpha Kaloga (@KalogaAlpha) November 19, 2022