Copasir: “I partiti italiani non hanno preso soldi dai russi

Copasir: “I partiti italiani non hanno preso soldi dai russi

Arriva la conferma dal Copasir che non vi è stata alcuna ingerenza di Mosca in Italia.

Il presidente del Copasir Alfredo Urso ha rassicurato che i partiti italiani non hanno preso soldi da Mosca. La commissione è intervenuta nella questione emersa ieri da un documento dell’intellingence americana che certificava che la Russia avesse finanziato con 300 milioni partiti in 24 paesi per influenzarne la politica. L’intervento del Copasir è stato chiesto da tutti i partiti per fare chiarezza a dieci giorni dal voto.

Le nuove ombre russe che sono tornate ad oscurare la campagna elettorale trovano la smentita del Copasir. “Al momento non esistono notizie che riguardano il nostro Paese in questo dossier” ha riferito Urso, commentando ad “Agora'” su Rai 3. “Mi sono confrontato con il sottosegretario con delega ai servizi segreti, Franco Gabrielli”, ha detto in collegamento da Washington, “al momento al governo è stato escluso che l’Italia compaia in questo dossier”.

Bandiera_Russa

L’Italia al momento esclusa dalle ingerenze

Il segretario di Stato Usa Anthony Blinken ha detto che avrebbe informato le nazioni direttamente. Nel documento diffuso infatti non sono riportati nomi di politici o di paesi. Ma negli Usa circolano nomi di paesi come Albania, Montenegro, Madagascar e, “potenzialmente”, Ecuador. Il dipartimento di Stato sostiene che i soldi russi siano aririvati in Europa da Mosca attraverso ‘think tank’ politici. In Asia, Medio Oriente, Africa e Centro America attraverso aziende statali. Secondo le fonti, Putin avrebbe speso “ingenti somme” nel “tentativo di manipolare le democrazie dal suo interno”.

L’ascesa della destra preoccupa Washington. Il motivo è la vicinanza passata di Salvini a Mosca e la vicinanza di Meloni a Orbàn tra i maggiori interlocutori del dittatore russo. Per questo altri partiti hanno chiesto l’intervento di una verifica. “È importante che i nomi dei partiti e dei politici che abbiano ricevuto finanziamenti da Putin vengano resi pubblici prima e non dopo le elezioni del 25 settembre” scrive su Facebook il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova. “E’ essenziale che gli elettori sappiano se dietro le note simpatie politiche per il dittatore russo, in particolare a destra, ci siano anche sostegni finanziari diretti a partiti o personalità politiche”.

Argomenti