Coppie gay, dopo la decisione del governo nasce ‘battaglia politica’

Coppie gay, dopo la decisione del governo nasce ‘battaglia politica’

Il governo ha deciso di interrompere la registrazione dei figli di coppie gay. Il sindaco di Milano: sarà una “battaglia contro il governo”.

A Milano il Comune ha interrotto le registrazioni dei figli di coppie dello stesso sesso. La decisione è giunta dopo una circolare emanata dal prefetto e sulla vicenda è intervenuto anche il ministero dell’Interno. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha anche incontrato le coppie gay insieme ai loro rappresentati. 

In questo senso Giuseppe Salata è intervenuto ribadendo come questa sia una vera e propria “battaglia politica” contro il governo. Anche Matteo Forte, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, è intervenuto asserendo: “Ha piegato il diritto alle sue battaglie ideologiche”. 

Per anni le coppie gay hanno cercato di far valere i propri diritti come genitori anche attraverso manifestazioni come il Gay Pride. Dopo anni di lotte per ottenere l’uguaglianza, adesso il provvedimento del governo segna un’importante retrocessione.

Pride Milano 2022

In questa situazione il Comune di Milano si è trovato in un certo senso costretto a interrompere le trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli nati in Italia da coppie omogenitoriali, a causa di una circolare del Prefetto di Milano che ha esplicitamente richiesto l’interruzione delle trascrizioni

La circolare con riferimento alla legge 40 del 2004

La richiesta emerge in riferimento alla legge 40 del 2004. Si tratta della legge che regolamenta la procreazione medicalmente assistita, che risulta essere consentita solo alle coppie con sessi opposti. Si tratta della medesima legge che impone il veto alla maternità surrogata. Proprio a causa di questa circolare, il sindaco di Milano ha dovuto inevitabilmente sospendere le registrazioni. 

Anche Matteo Forte è dello stesso avviso di Sala. “Sala ha piegato il diritto alle sue battaglie ideologiche”, spiega il consigliere di Fratelli d’Italia. “A onor del vero, non è che si scopra oggi l’illegittimità di quell’atto rivendicato dal palco del Milano Pride.

Il sottoscritto, infatti, già all’indomani di quelle dichiarazioni il 5 luglio scrisse una lettera al prefetto, che mi rispose il primo febbraio scorso dichiarando di aver proprio interessato il Viminale della questione. Che la mia iniziativa abbia contribuito a questo esito, poco mi interessa. Mi interessa invece che abbia vinto il diritto”, dichiara. 

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