Caos in Corea del Sud dove il presidente Yoon Suk Yeol aveva annunciato la legge marziale in diretta televisiva salvo poi revocarla per le proteste.
La Corea del Sud è precipitata in una crisi costituzionale senza precedenti dopo che il Presidente Yoon Suk Yeol ha dichiarato nelle scorse ore in diretta televisiva lo stato di emergenza e imposto la legge marziale.
Di fatto si è trattato di un tentativo di sospendere la democrazia con l’appoggio delle Forze armate che ha subìto portato ad importanti reazioni con il Parlamento che è riuscito a riunirsi e a votare all’unanimità per invalidare la mossa del Presidente.
Corea del Sud, dichiarata la legge marziale
Nelle scorse ore, in diretta televisiva, il Presidente Yoon ha dichiarato per la Corea del Sud la legge marziale, giustificandola come misura necessaria per difendere il Paese da presunte minacce interne.
“Per salvaguardare una Corea del Sud liberale dalle minacce poste dalle forze comuniste della Corea del Nord e per eliminare gli elementi anti-Stato…”, ha detto il Presidente. “Dichiaro con la presente la legge marziale di emergenza”.
La revoca e il rischio impeachment per Yoon
La mossa di Yoon, però, ha subito ricevuto uno stop. Infatti, come sottolineato anche da Il Sole 24 Ore, nonostante la presenza di soldati intorno all’edificio e l’atterraggio di almeno tre elicotteri dell’aeronautica militare all’interno del compound, 190 deputati sono riusciti a riunirsi in Parlamento e votare all’unanimità per annullare il provvedimento presidenziale “con effetto immediato”.
A seguito del voto di revoca della legge marziale, il leader dell’opposizione Lee Jae-myung ha voluto subito dichiarare che chiunque avesse agito su ordine di Yoon o dei vertici militari avrebbe commesso un reato, perché la legge marziale era stata “invalidata”.
Il partito democratico presenterà le accuse di insurrezione contro il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol e altri funzionari. Secondo quanto si apprende, il partito “avrebbe anche spinto per l’impeachment” del Presidente.