Sintomi senza tampone, come si cura il coronavirus a casa
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Direttore: Alessandro Plateroti

I sintomi (senza tamponi): come viene curato il coronavirus a casa

Coronavirus

Come si gestisce e come si cura il coronavirus ‘a casa’. Il percorso di guarigione dei pazienti non ‘ufficializzati’ dal tampone.

In molti si chiedono in questi giorni di emergenza coronavirus cosa fare nel caso in cui si pensi di avere i sintomi del Covid-19 ma di aver fatto il tampone per la conferma o la smentita – della diagnosi. La prima regola valida per tutti è quella di non farsi prendere dal panico. La macchina sanitaria si è messa in moto per non lasciare indietro nessuno nonostante le difficoltà legate ai numeri.

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Il coronavirus ‘a casa’: come comportarsi

Secondo diversi esperti, se ad oggi, soprattutto nelle Regioni più colpite dal virus, un paziente si ritrova a casa con la febbre e difficoltà respiratorie con ogni probabilità la diagnosi è quella del contagio da coronavirus.

Si tratta di un’affermazione non sempre vera ma che si basa dai dati e sull’alto numero di persone rimaste contagiate dall’inizio dell’emergenza (LA MAPPA DEI CONTAGI IN ITALIA IN TEMPO REALE). Noi, che non siamo medici, ci limitiamo a dire che nel caso in cui i sintomi dovessero essere riconducibili a quelli del Covid-19 è bene prendere in considerazione l’ipotesi del contagio e rivolgersi telefonicamente al proprio medico curante.

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Il primo passo è comune per tutti: contattare telefonicamente il medico di base

Il primo passo infatti, in caso di febbre oltre i 37,5 è quello di contattare telefonicamente il proprio medico che procederà con una serie di domande in stile accettazione al Pronto Soccorso. In questo modo sarà per lui possibile fare una prima diagnosi utile a valutare se procedere con l’ospedalizzazione, il tampone o la cura a casa.

Coronavirus, il trattamento la cura a casa delle persone con sintomi

Nel caso in cui si dovesse optare per la cura a casa, il trattamento, che deve sempre essere concordato con il medici e non dove mai essere fai-da-te, si basa di fatto su antipiretici come ad esempio il paracetamolo.

In casi di cura domiciliare, il paziente è seguito dal proprio medico di base, chiamato a monitorare il decorso della malattia fino alla guarigione. Nel caso di peggioramento dovrà rivolgersi alle autorità per l’ospedalizzazione e potrà trasmettere i dati del pazienti con il quadro clinico pregresso e quello degli ultimi giorni. Il monitoraggio da parte del medico curante avviene ovviamente tramite telefono o comunque da remoto.

Ovviamente il controllo a distanza necessita della collaborazione del paziente, chiamato a controllare alcuni parametri come ad esempio la frequenza del respiro.

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La quarantena dei soggetti ipoteticamente positivi

Ovviamente anche questi pazienti in dubbio devono rispettare le regole valide per le persone positive accertate. Fino a quando si manifestano i sintomi riconducibili al Covid bisogna azzerare i contatti con l’esterno iniziando una quarantena di quattordici giorni durante i quali sarebbe bene azzerare (per quanto possibile) anche i contatti con le persone che abitano nella stessa casa.

Scarica QUI la guida con tutte le precauzioni da prendere per limitare il contagio da coronavirus.

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ultimo aggiornamento: 19 Marzo 2021 15:27

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