Coronavirus, aumentano i casi tra i bambini con meno di 10 anni

Coronavirus, aumentano i casi tra i bambini con meno di 10 anni

Coronavirus in Italia, aumentano i casi tra i bambini anche con meno di dieci anni. Il Cts per la chiusura delle scuole in zona rossa e nelle zone con incidenza alta.

La nuova fase dell’emergenza coronavirus, legata alla diffusione delle varianti, è segnata anche dal maggior numero di casi tra i bambini anche di età inferiore ai 10 anni, che nella fase dura dell’epidemia sembravano meno a rischio o comunque meno interessati dal nuovo virus.

Coronavirus, aumentano i casi tra i bambini con meno di dieci anni

Gli ultimi dati sulla diffusione del virus in fase evolutiva, ripresi da il Corriere della Sera, arrivano dall’Istituto Superiore di Sanità che ha registrato un considerevole aumento dei casi sia nella fascia di età 0-9 anni che nella fascia 10-19.

Per quanto riguarda i bambini da 0 a 9 anni l’aumento dei casi è iniziato dal momento del ritorno in classe al termine delle vacanze di Natale.

In linea generale, i dati suggeriscono che la circolazione del virus fino ai 19 anni è legato alla chiusura o all’apertura della scuola. Con i cancelli chiusi il virus circola meno, con le classi aperte il virus circola di più. Una conclusione che definiremmo quantomeno logica e in linea con quanto abbiamo imparato nel corso di questo anno drammatico.

Coronavirus

In pochi casi si registra un’evoluzione grave della malattia

Non cambia comunque la valutazione degli esperti sui rischi legati alla diffusione del virus tra i ragazzi. I più giovani sono quasi tutti asintomatici o paucisintomatici. Solo in pochi casi si registra uno sviluppo grave della malattia.

Di seguito le informazioni dell’Iss sull’andamento dell’epidemia tra i bambini.

Cts: chiudere le scuole in zona rossa e nelle zone con incidenza elevata

Alla luce dei dati, l’indicazione del Comitato Tecnico Scientifico dovrebbe essere quella di chiudere tutte le scuole (incluse le Università) in zona rossa e nelle zone con incidenza elevata. L’ultima parola spetterà al decisore politico – quindi al governo – che si esprimerà in occasione dell’approvazione del prossimo dpcm.