Molise, impennata di casi di coronavirus a Campobasso dopo il funerale di un membro della comunità rom locale. Il sindaco sotto accusa.
Passare da isola felice ad osservata speciale: questa la trasformazione della Regione Molise per quanto riguarda la diffusione del coronavirus. Per settimane il Covid-19 era quasi uno sconosciuto, una lontana minaccia. Il pochi giorni si è acceso un focolaio che preoccupa anche in vista delle riaperture in programma il 18 maggio. E non mancano le polemiche sul sindaco di Campobasso, perché la rapida diffusione del virus sarebbe stata propiziata da un funerale di un componente della comunità rom locale.
Coronavirus, impennata di casi in Molise
Settantadue casi di coronavirus in meno di dieci giorni con una netta impennata dell’indice di contagiosità. Questo in Molise, fino a poco tempo fa considerata una gestione modello per quanto riguarda la gestione dell’emergenza sanitaria.
Invece, proprio a pochi giorni dalla possibile riaperture di bar, ristoranti e parrucchieri, nella comunità rom di Campobasso si è acceso un focolaio epidemico, probabilmente originato da un funerale di un membro della comunità locale. Funerale al quale hanno preso parte numerose persone. In data 30 aprile. E i conti tornano.
Il funerale
In base alle regole in vigore, al funerale avrebbero potuto partecipare una quindicina di persone. Invece, in base alle foto e ai video girati, sembra che alla cerimonia abbiano preso parte almeno una trentina di persone. Il doppio. Nel giro di dieci giorni, indicatore temporale da non sottovalutare, i casi di coronavirus nella comunità rom si sono moltiplicati.
Emergenza coronavirus in Molise, il sindaco di Campobasso sotto accusa
Le polemiche hanno inevitabilmente travolto in sindaco Gravina, ritenuto responsabile di aver autorizzato il tribunale. E altrettanto inevitabilmente è iniziata a stretto giro la pratica dello scarica-barile, con il primo cittadino che ha tirato in ballo in questore, che non avrebbe controllato l’area.
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