Prosegue il confronto tra il Governo e le Regioni sul nuovo dpcm per la gestione dell’emergenza coronavirus. Non passa la linea dei rigoristi.
Coronavirus, braccio di ferro sul nuovo dpcm. Niente lockdown generale e niente provvedimenti che possano effettivamente far respirare un’aria di emergenza: con il nuovo decreto contro il coronavirus il governo procederà con un rafforzamento delle misure, non con un blocco delle attività e della vita sociale.
Braccio di ferro sul nuovo dpcm per la gestione dell’emergenza coronavirus
Durante il confronto con le Regioni sul nuovo dpcm è andato in scena l’ormai consueto braccio di ferro tra i rigoristi e i moderati, tanto per dare un nome alle due fazioni. I rigoristi suggeriscono chiusure più significative rispetto a quanto suggerirebbe l’analisi dei dati dell’epidemia per giocare d’anticipo ed evitare di trovarsi in difficoltà I moderati preferiscono invece misure coerenti con la situazione epidemiologica attuale, a costo di dover procedere con aggiustamenti e accorgimenti anche frequenti.
Misure moderate ma efficaci
Alla fine anche in vista del dpcm che sarà presentato il 18 ottobre dal premier Conte passa la linea dei moderati. Niente chiusura dei centri estetici e dei parrucchieri. Si dovrebbe procedere con il rafforzamento della Didattica a distanza per le scuole e per lo smart working per quanto riguarda il mondo del lavoro. Difficile che si possa procedere con un vero e proprio coprifuoco, osteggiato dalle Regioni. La stretta alla movida dovrebbe tradursi con una serie di divieti impediranno assembramenti all’esterno dei locali, che potrebbero dover abbassare le saracinesche alle 24.00. Un limite c’è ma non si parla delle 21.00.
È bene evidenziare che al momento siamo ancora nel campo delle ipotesi. Il confronto, alla mattina del 18 ottobre, non risulta concluso e a fare il punto ci penserà il Presidente del Consiglio in occasione della conferenza stampa, attesa proprio per la giornata di domenica.