Coronavirus, dove sono le varianti in Italia?

Coronavirus, dove sono le varianti in Italia?

Coronavirus, ecco dove sono le varianti in Italia. La più diffusa è quella inglese. Registrati casi anche di sudafricana e brasiliana.

ROMA – Coronavirus, dove sono le varianti in Italia? Le mutazioni del Covid-19 sono arrivate anche nel nostro Paese. Nei prossimi mesi, grazie al Consorzio italiano per genotipizzazione e fenotipizzazione del Sars-CoV-2, sarà possibile fare una mappa più precisa dell’Italia.

La situazione, comunque, continua ad essere ancora sotto controllo nella Penisola. Non sembrano esserci situazioni di criticità, ma sono in corso tutte le verifiche e non si esclude la possibilità di un intervento locale in caso di numeri in crescita.

Coronavirus, dove sono le varianti in Italia?

In Italia registrati casi di tutte le varianti. Come riportato dal Corriere della Sera, che cita i dati ufficiali di GISAID, nel nostro Paese sono stati individuati oltre 140 casi della mutazione inglese. Il record in Abruzzo con 93 contagi, seguito da Campania (14) e Puglia (12). In doppia cifra anche il Lazio (10). A questi calcoli mancano gli ultimi focolai registrati in Lombardia (18) e in Alto Adige (1).

Non mancano i casi di variante sudafricana e brasiliana. Per quanto riguarda la seconda da registrare 7 possibili casi. L’Abruzzo è ancora in testa (3) seguita dalla Lombardia e Friuli (1). Da capire se i due casi registrati in Umbria sono da variante brasiliana. Un solo contagio, invece, da mutazione sudafricana in Lombardia.

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Situazione sotto controllo

La situazione continua ad essere sotto controllo in Italia. L’attenzione resta molto alta da parte del Comitato tecnico-scientifico, pronto ad intervenire in caso di un focolaio ampio. Al momento sembra essere esclusa l’ipotesi di misure a livello nazionale. Possibili, invece, delle chiusure localizzate per evitare una diffusione della variante.

Restrizioni che potrebbero essere automatiche con l’aumento dei dati e, di conseguenza, il passaggio automatico in una fascia di rischio più alta. Le prossime settimane saranno decisive per capire come si muoverà il contagio.