Coronavirus, è allarme giovani

Coronavirus, è allarme giovani

Emergenza coronavirus, ora l’allarme interessa i giovani. In sensibile calo l’età media dei nuovi positivi. La movida accende i nuovi focolai.

L’emergenza coronavirus ora riguarda soprattutto i giovani. Se nella fase dura dell’epidemia i riflettori erano puntati sulle persone anziane, ora il virus sta interessando soprattutto i più giovani. I nuovi focolai si accendono anche e soprattutto nelle comitive, come per i 21 positivi rientrati dalla Croazia, dove hanno festeggiato la maturità. Ma si tratta solo di uno dei tanti casi registrati negli ultimi giorni. Casi che stanno spingendo nuovamente verso l’alto la curva dei contagi.

Coronavirus, allarme giovani: la movida accende i nuovi focolai

Il problema è legato ai luoghi della movida, dove non sempre vengono osservate in maniera propriamente rigida le norme anti-coronavirus come mascherina e distanziamento.

Episodi e comportamenti non in linea con le misure di prevenzione si registrano in tutta Italia, da Nord a Sud. Solo a Roma si contano diversi locali chiusi (almeno una decina) per il mancato rispetto delle norme anti-coronavirus. E non è il caso più clamoroso. A Gallipoli è andata in scena una serata sulla spiaggia dove duemila persone hanno ballato e quasi tutte senza mascherina.

Coronavirus

L’abbassamento dell’età media dei nuovi positivi

Il risultato un evidente abbassamento dell’età media dei nuovi positivi al Covid.

Al 7 agosto, stando ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità, l’età media dei nuovi contagiati è scesa a 39 anni. Un dato preoccupante se consideriamo che solo l’11 aprile l’età media era di 68 anni.

Aumentano i casi anche tra i neonati e i bambini, come evidenziato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il ritorno a scuola

L’abbassamento dell”età media preoccupa soprattutto alla luce del fatto che tra un mese circa i ragazzi dovrebbero tornare a scuola con la ripresa della didattica in presenza. Il rischio concreto – e in parte preventivato – è che gli istituti possano diventare nuovi focolai e centri di contagio destinati poi a diffondere il coronavirus anche in ambiente domestico e poi sui posti di lavoro.