Un uomo di 63 anni è stato ucciso nelle Filippine da un agente. La vittima era stata rimproverata perché senza mascherina, ha aggredito il poliziotto che ha aperto il fuoco.
MANILA – Il pugno duro adottato nelle Filippine per contrastare il coronavirus conta una vittima a operare della polizia.
Filippine, ucciso da agente aggredito
Un 63enne è stato ucciso sull’Isola di Mindanao, nelle Filippine, dopo aver aggredito un agente che lo aveva rimproverato perché non indossava la mascherina. Il presidente Rodrigo Duterte aveva ordinato a polizia e militari di sparare a chiunque causasse dei problemi violando la quarantena. Si tratta del primo morto accertato per questo motivo.
L’ordine di Duterte
Pochi giorni fa, il presidente delle Filippine Duterte aveva affermato: “I miei ordini sono alla polizia e ai militari, compresi i funzionari dei villaggi, che se ci sono problemi o sorge la situazione in cui le persone combattono e la tua vita è in pericolo, di sparare e uccidere. Invece di lasciarti causare problemi, ti manderò nella tomba“.
Indossate le mascherine!
Secondo le ricostruzioni della stampa estera, la furia di Duterte sarebbe stata scatenata dopo l’arresto di 21 persone a Quezon City, sull’isola di Luzon, che protestavano contro il governo per la crisi. Sull’isola è concentrata circa la metà della popolazione filippina, 110 milioni, e le restrizioni sono in vigore dal 16 marzo. In isolamento anche milioni di persone in condizioni di povertà elevata, che non hanno più possibilità di guadagnare da ‘lavoretti’ di strada a causa della forti restrizioni alla circolazione. “Lasciate che ve lo ripeta: se dovete uscire dovete indossare una maschera“, ha dichiarato il funzionario governativo Karlo Nograles.
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