Coronavirus, l’impegno delle piccole e grandi imprese per aiutare gli ospedali

Coronavirus, l’impegno delle piccole e grandi imprese per aiutare gli ospedali

Coronavirus, è partita la gara di solidarietà. Diverse le piccole e le grandi imprese che hanno deciso di scendere in campo per aiutare gli ospedali.

ROMA – Coronavirus, è partita la gara di solidarietà. Le grandi e le piccole imprese sono scese in campo per cercare di aiutare gli ospedali più colpiti da questa emergenza con donazioni sia economiche che di oggetti (come per esempio le mascherine). E nelle prossime ore potrebbero aggiungersi anche altre società.

Coronavirus, da Xiaomi a Unicredit: partita la gara di solidarietà

Una delle prime società a scendere in campo è stata proprio Xiaomi. L’azienda di telefonia cinese ha deciso di dare un contributo economico alla Protezione Civile che “non rappresenta solo un modo per ringraziare l’Italia per come ci ha accolto, ma è la dimostrazione tangibile che ci sentiamo parte integrante di questo Paese“.

Impegno anche da parte delle aziende italiane. Acquaflex e Amuchina sono pronti a inviare flaconi detergenti e gel in Lombardia e Veneto, le zone più colpite da questa emergenza. Eni e Farmac Zabban hanno messo a disposizione delle mascherine mentre Industrie De Nora ha dato in comodato gratuito 4 sistemi elettrochimici per la produzione di cloro a Codogno. Unicredit, invece, ha donato due milioni di euro alla Protezione Civile come fatto anche da altre aziende.

Fonte foto: https://www.facebook.com/UniCreditItalia

Esselunga ed Eurospin

Esselunga ha messo in campo un piano straordinario di donazioni a ospedali delle zone rosse da 2,5 milioni di euro oltre che consegnare la spesa a casa (in modo gratuito) alle persone over 65 anni che in questo periodo devono stare precauzionalmente a casa.

100mila euro, invece, la cifra che Eurospin ha diviso allo Spallanzani di Roma e al Sacco di Milano. Candy, infine, ha deciso aumentare la produzione in Italia per sopperire al rallentamento avuto in Cina per l’emergenza coronavirus. Questo cosa significa? Meno cassa integrazione per gli operai italiani.

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