I numeri dell’emergenza coronavirus, il punto della settimana

I numeri dell’emergenza coronavirus, il punto della settimana

Coronavirus, l’andamento dell’epidemia dall’1 al 7 marzo. In salita la curva.

ROMA – Coronavirus, l’andamento dell’epidemia dall’1 al 7 marzo. Per la seconda settimana consecutiva numeri in salita. La terza ondata sembra essere ormai iniziata e la presenza delle varianti complica ancora di più il quadro epidemiologico.

In Italia, comunque, la situazione in Italia continua ad essere molto diversificata e, in alcune zone, la curva sembra rallentare. La prossima potrebbe essere quella decisiva per capire se le prime zone rosse hanno dato gli effetti sperati.

Coronavirus, l’andamento dell’epidemia dall’1 al 7 marzo

Numeri in salita in Italia. Dall’1 al 7 marzo sono stati registrati 142.388 (quasi 30mila in più della settimana precedente) con oltre 2.209.000 tamponi. Tasso di positività che si porta intorno al 6,4% (sette giorni fa era del 5,5%). Se si considerano solo i molecolari sale al 14,2% (era del 10,6% nell’ultima settimana di febbraio).

In salita anche la pressione sui servizi sanitari. I ricoverati nei reparti ordinari sono aumentati di oltre 2.500 unità, mentre le terapie intensive di 734. In salita anche gli ingressi in terapia intensiva (quasi 300 in più) e il rapporto tra positivi e casi testati (18,79%). Ritornano a salire anche i decessi: 2.086 in una sola settimana.

Coronavirus

Effetto varianti

La risalita sembra essere strettamente collegata all’effetto varianti. Un trend stabile in Italia. In due settimane in positivi sono aumentati di quasi 60mila (30mila ogni sette giorni) e l’accelerazione, secondo alcuni studi, dovrebbe continuare fino al 20-21 marzo. Da quel momento la situazione sembra essere destinata a migliorare.

Per questo motivo il Governo prende tempo su una possibile stretta. Inoltre, nelle prossime settimane potrebbe migliorare anche il dato dei decessi. I primi effetti sulla vaccinazione, infatti, iniziano ad esserci e i contagi degli over 80 sono in discesa. Questo consente, nonostante l’aumento della pressione sui servizi sanitari, di mantenere il numero dei morti sotto la soglia dei 400 al giorno e il quadro sembra essere destinato a migliorare.