Emergenza coronavirus, in Lombardia si prevedono ottomila casi entro la fine di marzo. Ma bisogna fare in modo che non accada.
Le previsioni e le simulazioni parlano di 8.000 casi di coronavirus in Lombardia entro fine marzo. Per l’esattezza entro il 22. È bene evidenziare come si tratti di deduzioni supportate da calcoli matematici e fondamenti numerici. Che però ovviamente non possono tenere conto di un cambio di tendenza che tutti si augurano possa concretizzarsi nel minor tempo possibile. Anche perché se a realizzarsi fosse la previsione di cui sopra, allora per l’Italia i problemi inizierebbero a farsi consistenti.
Coronavirus, si prevedono 8.000 casi in Lombardia entro la fine di marzo
La stima di 8.000 casi di Coronavirus nella sola Lombardia entro la fine di marzo è figlia delle proiezioni. In base all’andamento finora certificato, si stima che al 22 marzo i contagiati possano essere ottomila. I numeri sono stati riportati da il Corriere della Sera e vanno anche particolarmente nello specifico. Secondo i calcoli, degli ottomila casi 1.250 sarebbero gravi e 400 addirittura in terapia intensiva. Uno scenario catastrofico o comunque emergenziale. Più emergenziale di quello attuale, che ha portato alla chiusura delle scuole in tutta la penisola.
In Lombardia si registra un aumento dei contagi tra il venti e il sessanta per cento ogni giorno. Il primo caso è stato registrato lo scorso 20 febbraio a Codogno. Dopo una settimana i casi accertati erano 531, complici i tanti, anzi troppi test effettuati. Il 5 marzo i contagiati erano 2.251. Se le misure prese dalle autorità non dovessero avere effetto, entro la fine di marzo si dovrebbe raggiungere quota ottomila casi.
Una previsione che non deve avverarsi
Si tratta di numeri in grado di far collassare o almeno mettere in seria difficoltà il sistema sanitario della Lombardia con possibili ripercussioni anche su altre zone della penisola. Non ci sono dubbi che ognuno debba dare il suo contributo per evitare che la funesta previsione si concretizzi. L’invito è quello a dare credito e fiducia alle indicazioni del governo, evitare per quanto possibili occasioni di facile contagio e muoversi sempre seguendo un senso di spiccata responsabilità civica e morale.
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