L’Unione europea sembra intenzionata a concedere maggiore flessibilità all’Italia, che può così pensare di fare deficit per fronteggiare l’emergenza coronavirus.
Coronavirus, l’Italia chiede maggiore flessibilità all’Unione europea. Le conseguenze dell’emergenza legata al coronavirus si fanno sentire anche a Bruxelles, con l’Ue che sta valutando con attenzione la situazione italiana per capire come muoversi.
Il nodo principale è legato ovviamente al Patto di Stabilità e ai conti pubblici. Il governo chiede flessibilità per evitare di pagare lo scotto del contagio. Il premier Conte vuole fare più deficit per ammortizzare il devastante impatto sull’economia del COVID-19. E, come noto, deficit non è una parola particolarmente apprezzata negli uffici Ue.
L’Unione europea riflette sull’emergenza sanitaria che sta interessando l’Europa
Ma Bruxelles si trova costretta a dover fare una riflessione attenta. In effetti il coronavirus sta dilagando anche in Francia e in Germania, tanto per fare due esempi. L’eccessiva rigidità da parte dell’Unione europea potrebbe portare al collasso del sistema dal punto di vista economico. E vien da sé che questo scenario non fa comodo a nessuno.
Coronavirus, maggiore flessibilità per l’Italia
Proprio da Roma, Berlino e Parigi sono state avanzate richieste (e allarmi) sulla flessibilità di bilancio. L’Italia vuole spendere 3 miliardi e mezzo circa per sostenere le famiglie e le attività colpite dal coronavirus.
Le buone notizie dall’Italia arrivano da Paolo Gentiloni, che ha evidenziato come le regole dell’Unione europea prevedono in effetti una flessibilità per far fronte ad emergenze o comunque circostanze particolari ed eccezionali. Non serve quindi nessuna concessione particolare, semplicemente si deve riconoscere il coronavirus come un’emergenza e non come una semplice influenza, come fatto in un primo momento.