Coronavirus, la Lamborghini manda tutti in ferie: fabbrica chiusa

Coronavirus, la Lamborghini manda tutti in ferie: fabbrica chiusa

Coronavirus, Lamborghini chiude la fabbrica di S. Agata Bolognese. L’Ad Domenicali: “Ci fermiamo per un atto di sensibilità nei confronti delle persone e del tessuto sociale”.

Emergenza coronavirus, la Lamborghini chiude la fabbrica di S. Agata Bolognese. La casa automobilistica, in seguito a un confronto con i sindacati ha deciso di chiudere i battenti per tutelare i propri dipendenti,

Coronavirus, Lamborghini chiude fino al 25 marzo

La Lamborghini chiude lo stabilimento di S. Agata Bolognese fino al prossimo 25 marzo. La casa automobilistica, in accordo con i sindacati, ha deciso di sospendere le attività. Domenicali ha parlato di un gesto di responsabilità sia nei confronti dei dipendenti che nei confronti della collettività.

Fonte foto: https://media.lamborghini.com

La situazione nello stabilimento Lamborghini

Nello stabilimento della Lamborghini di S. Agata Bolognese lavorano 1.800 persone circa. Quasi 1.000 sono impegnate nell’attività produttiva. Il personale dell’area produttiva va in ferie, mentre chi svolge un ruolo non operativo ricorrerà allo smart working.

Chiudere la fabbrica, secondo i vertici della casa automobilistica, era una scelta doverosa. Il bilancio permette una sospensione delle attività, che comunque costringerà l’azienda a procedere con una marcia a tappe forzate per recuperare il tempo perduto.

Domenicali, “Percepiamo una situazione psicologica molto pesante”

L’Ad Stefano Domenicali ha spiegato i motivi che hanno spinto la Lamborghini a chiudere i battenti per le prossime due settimane.

“Ci fermiamo per un atto di sensibilità nei confronti delle persone e del tessuto sociale. Abbiamo sempre rispettato le indicazioni della normativa e della Presidenza del Consiglio ma in questo momento, in un’ottica di responsabilità sociale, ci pare giusto rispondere alla sensibilità delle persone. Che ad ogni modo potrebbero lavorare in piena sicurezza nel rispetto dei criteri indicati nel decreto. Noi però in questa fase percepiamo nelle persone una situazione psicologica molto pesante“.

“Lo stop di due settimane da questo punto di vista mi preoccupa poco perché in termini di flessibilità siamo in grado agevolmente di recuperare. Io credo però che alla luce di quanto accade, con le borse che crollano, sia impossibile pensare che questa botta non lasci il segno sull’intero comparto auto: tutti dovremo inevitabilmente rivedere qualcosa. Dovremo essere pronti a reagire. A varie velocità, perché credo che le situazioni saranno diverse, da mercato a mercato. Ora ci fermiamo ma siamo ovviamente pronti a ripartire. Oggi stop, poi avanti tutta. E quando si dovrà lavorare si lavorerà”.

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