Belluno, primario in corsia con i sintomi del coronavirus
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Belluno, primario in corsia con i sintomi del coronavirus: indagato per epidemia colposa aggravata

Medico Ospedale

Primario in corsia con i sintomi del coronavirus. Il medico è stato indagato per epidemia colposa aggravata.

BELLUNO – A Belluno è stata aperta un’indagine per epidemia colposa aggravata nei confronti di un primario dell’ospedale di Belluno, presentatosi in corsia con i sintomi del coronavirus. L’episodio, come riportato da Il Fatto Quotidiano, risale al periodo più duro della pandemia.

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Sul registro degli indagati sono stati iscritti anche quattro medici che avrebbero cercato di nascondere la vicenda. L’accusa contestata per i colleghi è quella di falso.

La storia

L’episodio risale alla scorsa primavera. Viaggio in Thailandia per il primario di Otoringolaringoiatria, che al ritorno dalla vacanza è ritornato in ospedale nonostante i primi sintomi da coronavirus. Problemi che hanno portato il direttore sanitario del San Martino a chiedere un primo tampone al collega. Test con esito negativo.

Con il passare dei giorni, però, le sue condizioni sono peggiorate. Nonostante questo, il primario è rimasto in corsia per altri sei giorni prima di sottoporsi ad un secondo tampone, test che ha dato esito positivo. Alla notizia sono stati messi in isolamento una sessantina di persone e quattro di queste hanno contratto il coronavirus. Da qui l’indagine per epidemia colposa aggrava, la prima in Italia.

Medico Ospedale
Medico Ospedale

L’indagine

L’indagine è stata aperta dalla Procura per accertare meglio la vicenda. In attesa della conclusione dell’inchiesta, i pm hanno chiesto la sospensione di tre mesi per il medico. “Se in ipotesi il comportamento tenuto sino a tale data può essere attribuito a superficialità o a personale (ma ingiustificata) sottovalutazione del problema epidemiologico in atto – hanno detto i magistrati, riportati da Il Fatto Quotidiano altrettanto non può dirsi dopo il 3 marzo, quando la sintomatologia apparsa non poteva essere più sottovalutata“.

Nessun commento da parte dell’Usl 1, che ha confermato di aver “assicurato la massima disponibilità agli inquirenti, mettendo doverosamente a disposizione gli atti e la documentazione richiesti“.

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ultimo aggiornamento: 13 Ottobre 2020 18:28

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