Emergenza coronavirus, il monitoraggio dell’Iss: indice Rt a 1,03. Dopo sei settimane torna per la prima volta sopra l’1.
Il nuovo monitoraggio dell’Iss sull’emergenza coronavirus evidenzia un progressivo peggioramento della situazione epidemiologica in Italia.
Coronavirus in Italia, il monitoraggio dell’Iss dell’8 gennaio
L’Istituto Superiore di Sanità prevede un “nuovo rapido aumento del numero di casi nelle prossime settimane” e per questo motivo suggerisce di intervenire con nuove restrizioni per prevenire un nuovo considerevole aumento dei contagi.
Inoltre nel rapporto – che si riferisce al periodo che va dal 15 al 28 dicembre – si registra un “aumento complessivo del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile“.
Il monitoraggio dell’Iss dell’8 gennaio assume un’importanza particolare in quanto rappresenta la base per stabilire la nuova divisione in zone dell’Italia. Dall’11 gennaio infatti torna in vigore il sistema a zone.
La conferenza stampa dell’Iss
“Dall’inizio dell’anno il Regno Unito è uscito dall’Ue. Per quanto riguarda l’Europa i dati mostrano una epidemia diffusa. Le curve mostrano come in molti Paesi ci sia una ripresa anche significativa della curva. Nel nostro caso la curva ha avuto una contro-tedenza“, ha dichiarato il Professor Silvio Brusaferro.
“Nell’ultimo periodo la curva si è appiattita e questo desta delle preoccupazioni e ci ricorda l’importanza delle misure di prevenzione. Confrontando il dato sui 15 giorni, in alcune regioni si registra una ricrescita, indicatore di una tendenza che si sta lentamente spostando“, ha aggiunto il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.
“Per quanto riguarda l’incidenza siamo a 166 casi per 100.000 abitanti in 7 giorni. Per passare alle misure di mitigazione a quelle di controllo abbiamo fissato la linea a 50 casi per 100.000 abitanti“.
“In Italia l’epidemia è diffusa in tutti gli ambiti territoriali e questo è un dato molto importante. Le persone che risultano positive hanno un’età mediana sostanzialmente costante, poco sotto ai 50 anni. La grande maggioranza delle persone identificate positive sono asintomatiche o pauci-sintomatiche. Una parte minoritaria ha una patologia di tipo severo o critico”.
“L’indice Rt a livello italiano è a 1,03. Molte Regioni hanno un Rt superiore ad 1 anche nell’intervallo inferiore. La tendenza è ad un incremento alla velocità di crescita dei casi”.
“Per quanto riguarda l’area medica la curva decresce in maniera lenta. Per la terapia intensiva siamo stabili o comunque c’è una leggera crescita. A livello nazionale siamo sotto soglia ma abbiamo un margine molto risicato e dobbiamo essere molto cauti”, ha proseguito il Professor Brusaferro.
L’indice Rt regione per regione
Il monitoraggio dell’Iss, come riferito dall’ANSA, segnala 12 regioni a rischio alto, 8 a rischio moderato e una sola a rischio basso. Quest’ultima sarebbe la Toscana.
Di seguito l’indice rt regione per regione secondo i dati raccolti e anticipati dal Corriere della Sera.
Abruzzo: 0,9
Basilicata:0.83
Calabria: 1.14
Campania: 0.83
Emilia-Romagna: 1.05
Friuli Venezia Giulia: 0.91
Lazio: 0.98
Liguria: 1.02
Lombardia: 1.27
Marche: 0.93
Molise: 1.27
Piemonte: 0.95
Provincia autonoma di Bolzano: 0.81
Provincia autonoma di Trento: 0.85
Puglia: 1
Sardegna: 1.02
Sicilia: 1.04
Toscana: 0.9
Umbria: 1.01
Valle d’Aosta: 1.07
Veneto: 0.97
Le regioni a rischio
Stando a quanto emerso, alla luce del nuovo monitoraggio, dall’11 gennaio Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Calabria e Sicilia saranno in zona Arancione, mentre e altre regioni saranno in zona Rossa.