Coronavirus, ma almeno potremo andare a mare? Quando? E come?

L’emergenza coronavirus blocca l’Italia: ma almeno potremo andare a mare? Come e quando?

Alzi la mano chi non si è posto questa domanda almeno una volta negli ultimi giorni: con lo spettro del coronavirus potremo andare a mare? Quando, e soprattutto come?

Emergenza coronavirus, potremo andare a mare?

La verità è che la domanda aleggia nell’aria ma al momento il problema ancora non è stato affrontato. E non si tratta di una questione da poco se consideriamo che in ballo c’è una bella fetta dell’economia estiva.

Le certezze

Partiamo dai dati di fatto. Per quanto riguarda l’Italia le misure restrittive sono state prorogate fino al prossimo 3 maggio. Chi era abituato a fare il primo bagno dell’anno il 1 maggio dovrà rivedere i suoi programmi. Come per Pasqua, Pasquetta e il 25 aprile in fondo, ma questo è un altro discorso.

Il secondo dato di fatto è che l’Italia partirà lentamente e progressivamente probabilmente proprio dal 4 maggio, quando si dovrebbero allentare le misure. Resta da capire quali concessioni saranno fatte e resta da capire se verranno presi provvedimenti a livello regionale o nazionale.

La terza certezza è che anche quando il governo disporrà le prime norme per ripartire il problema coronavirus non sarà ancora risolto. Potremo cantare vittoria solo quando ci sarà un vaccino per prevenire il contagio. Prima di allora continueremo a guardare anche con una certa apprensione la famosa curva dei contagi.

Il coronavirus e il problema dell’estate

Alla luce di ciò sembra difficile che a meno di un mese dalle prime riaperture possa esserci un liberi tutti che possa permetterci di andare a mare come se nulla fosse, affollando le spiagge, gli stabilimenti, i bar. Ma è impensabile che si possa arrivare a cancellare la stagione estiva. Servirà un compromesso.

Per i lidi il problema potrebbe essere risolto anche facilmente. Basterà disporre accessi limitati ai lidi e ai bar all’interno degli stessi. Un ombrellone sì e un ombrellone no ad esempio, o comunque un ragionamento del genere.

Ma per quanto riguarda le spiagge libere? Di certo non si possono obbligare tutte le persone a pagare per andare a mare. E difficilmente lo Stato metterà in piedi un fondo vacanze. E sicuramente non sarà semplice controllare tutte le spiagge libere. Quindi il problema torna a corte.

Fonte foto: https://www.facebook.com/GEOFISICAINFO

Pregliasco: “Credo che il rischio di una seconda ondata sia alle porte in diversi contesti regionali”

Previsioni non proprio rosee arrivano dal virologo Fabrizio Pregliasco: “Se immagino il prossimo agosto vedo delle spiagge mezza vuote, con distanze di sicurezza, contingentamento e quant’altro. Perché davvero io credo che il rischio di una seconda ondata sia alle porte in diversi contesti regionali, in Lombardia, nella bergamasca, purtroppo, che è stata in qualche modo devastata da questo tsunami”.

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