Coronavirus, i sei requisiti per poter passare alla fase 2
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Direttore: Alessandro Plateroti

Oms, i 6 requisiti per passare alla fase 2. Italia al lavoro ma c’è un problema legato all’App…

Controllo Coronavirus

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stabilisce i sei requisiti per poter passare alla fase 2. L’Italia al lavoro per partire il prima possibile.

Prende forma la Fase 2 dell’emergenza coronavirus in Italia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato i sei requisiti necessari per passare alla fase 2, sottolineando come al momento nessuno dei Paesi interessati dalla pandemia li soddisfino tutti.

Emergenza coronavirus, i requisiti per passare alla fase 2

Fermo restando che si tratta di indicazioni, suggerimenti se vogliamo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato i sei requisiti necessari per poter procedere con la fase 2.

“Controllare la trasmissione del contagio; avere un sistema sanitario capace di rilevare, testare, isolare e trattare ogni caso e rintracciare ogni contatto; ridurre al minimo i rischi in strutture sanitarie e case di cura; attuare misure preventive nei luoghi di lavoro, nelle scuole e in altri luoghi in cui è essenziale che le persone vadano; i rischi di importazione di contagio devono essere gestiti e le comunità devono essere pienamente istruite“.

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Italia al lavoro per la fase 2, dalle Asl alla misurazione della temperatura

Un ruolo centrale dovrebbero averlo le Asl, che dovrebbero avere a disposizione i numeri di telefono delle persone entrate in contatto con soggetti positivi al Covid-19. Questo sistema consentirà di avere uno strumento in più per il tracciamento delle persone potenzialmente a rischio contagio o potenzialmente contagiose.

La misurazione della temperatura corporea

Quando le misure verranno allentate, probabilmente su larga scala bisognerà attendere il prossimo 4 maggio, si procederà anche con la misurazione della temperatura corporea prima di entrare in ufficio.

I sistemi di protezione individuale

Nei luoghi di lavoro dovranno inoltre essere presenti guanti, mascherine ed erogatori di disinfettanti, tre strumenti che, se sommati all’igiene personale e al distanziamento sociale, dovrebbero contribuire ad abbassare sensibilmente le probabilità di contagio.

Test sierologici per la ricerca degli immuni

Stando a quanto appreso, il Comitato Tecnico-Scientifico si sarebbe espresso a favore dei test sierologici per la ricerca dei soggetti immuni.

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Coronavirus, il problema dell’App

È ormai cosa nota che in vista della fase 2 sarà lanciata un’applicazione per il monitoraggio della diffusione del coronavirus.

Il Ministero dell’Innovazione già nei prossimi giorni dovrebbe presentare e lanciare il nuovo strumento che servirà a tracciare i contatti.

Per aggirare in qualche modo il problema della privacy, l’utilizzo dell’app sarà volontario. Ma questo comporta un problema non di poco conto.

Perché lo strumento sia affettivamente efficace o in qualche modo utile, secondo le stime, almeno il sessanta per cento della popolazione dovrà avere l’app installata sul proprio dispositivo.

Parliamo di un’asticella alta, difficile da raggiungere. Bisognerà vincere le preoccupazioni delle tante persone convinte che l’applicazione possa spiare gli italiani.

Scarica QUI la guida con tutte le precauzioni da prendere per limitare il contagio da coronavirus.

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ultimo aggiornamento: 15 Aprile 2020 15:21

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