Coronavirus, il viaggio ‘segreto’ del vaccino Pfizer verso l’Italia

Coronavirus, il viaggio ‘segreto’ del vaccino Pfizer verso l’Italia

Coronavirus, il vaccino Pfizer in viaggio verso l’Italia. Protocollo di sicurezza strettissimo e servizi segreti in campo.

ROMA – Le prime dosi del vaccino Pfizer sono in viaggio verso l’Italia. I camion hanno lasciato lo stabilimento dell’azienda nella giornata di mercoledì 23 dicembre e sono attesi all’ospedale Spallanzani di Roma per il 26.

Il nosocomio della Capitale è la penultima tappa di questo primo viaggio. Le dosi, infatti, saranno subito inviate alle singole regioni per iniziare la campagna di somministrazioni il 27 dicembre.

Protocollo di sicurezza molto rigido

Un protocollo di sicurezza molto rigido per evitare possibili rapini o attacchi informatici. In campo non ci sono solo forze dell’ordine e militari, ma anche i servizi segreti.

Una catena di protezione difficilmente superabile che sarà rafforzata anche nelle prossime settimane, quando le dosi diventeranno maggiori e si entrerà nel vivo nella campagna di vaccinazione in Italia. Le dosi saranno conservate in frigoriferi con una temperatura a -70 gradi e non dovranno superare i quattro giorni. Per questo motivo non ci dovranno essere ritardi dopo la consegna dei primi vaccini.

Vaccino coronavirus

Arcuri: “Pfizer manderà altre dosi dal 28 dicembre”

Una campagna di vaccinazione che entrerà nel vivo nei primi giorni di gennaio. “L’azienda manderà altre 450mila dosi dal 28 dicembre per cominciare la prima fase della somministrazione di massa. Le fiale saranno spedite direttamente nei 300 punti di somministrazione scelti con Regioni e le Province Autonome“, ha assicurato il commissario Arcuri, riportato da Il Fatto Quotidiano.

Non ci saranno corsie preferenziali – ha aggiunto – arriverà il turno per tutti gli italiani che vorranno vaccinarsi […]. Consiglio a tutti di non cercare scorciatoie, tutti sapranno per tempo dove andare a farsi il vaccino e quando […]. Avremo un call center, un sito. Soprattutto le persone fargili dovremo contattarli noi e con il sistema sanitario regionale. E ci sarà una campagna di vaccinazione molto invasiva“.