Corte Costituzionale tedesca, ‘salvo’ il Quantitative Easing in Germania

Corte Costituzionale tedesca, ‘salvo’ il Quantitative Easing in Germania

Per la Corte Costituzionale tedesca il Quantitative Easing è legale. I giudici salvano il piano di aiuti varato dalla Bce.

La Corte Costituzionale tedesca definisce legale anche in Germania il Quantitative Easing. Si tratta del piano di acquisti ideato e varato dalla Bce in epoca Mario Draghi.

Per la Corte Costituzionale tedesca il Quantitative Easing è legale

Senza eccessivi slanci di entusiasmo, la Corte Costituzionale tedesca si allinea alla decisione della Corte di Giustizia europea e stabilisce che il Quantitative Easing non viola il divieto di finanziamento monetario.

La Corte costituzionale non risparmia in realtà critiche al governo e al parlamento tedesco. I giudici evidenziano come il piano di acquisti non sia stato esaminato dal Parlamento. In tal senso il Pspp sarebbe da considerarsi almeno parzialmente incostituzionale.

Nonostante ciò i giudici hanno dato il semaforo verde (in realtà più arancione) al Quantitative Easing salvando in qualche modo i mercati, a rischio tracollo in caso di verdetto negativo.

Entro i prossimi 3 mesi i giudici chiedono una spiegazione sulle ragioni che spingono la Bce ad andare oltre il principio di proporzionalità nei suoi acquisti di titoli. Nel caso in cui non dovessero arrivare le motivazioni o nel caso in cui non fossero considerate convincenti potrebbero avvenire colpi di scena.

Fonte foto: https://www.facebook.com/Banca-Centrale-Europea

La pressione degli ‘ortodossi’ dell’economia

Se la Corte costituzionale tedesca avesse espresso parere contrario definendo il piano anticostituzionale, quindi illegale in Germania, il Paese sarebbe uscito dal programma straordinario varato dalla Bce dopo la crisi economica del 2008.

Il caso legale in Germania è nato per la spinta degli ortodossi del mondo dell’economia, secondo cui la Bce dovrebbe limitarsi a regolare l’inflazione. Le eccedenze d’azione dovrebbero essere considerate sostanzialmente illegittime. Questo per generalizzare e semplificare una visione dell’economia decisamente più complessa e con basi anche solide.