Corte UE sul matrimonio gay: "Riconosciuto in altro Stato membro"
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Corte UE: “Matrimonio gay in altro Stato membro va riconosciuto”

bandiera europa

La Corte UE si è pronunciata in merito ai matrimoni gay, dichiarando che vada riconosciuto in un altro Stato.

Vari mesi dopo le dichiarazioni di Salvini sul tema, la Corte UE si è pronunciata in merito ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. Come riporta l’agenzia LaPresse, la Corte europea ha detto la sua in una sentenza che potrebbe d’ora in poi, essere ripresa anche da altri Paesi. La vicenda ha avuto origine in seguito alla richiesta di due cittadini polacchi che si sono sposati in Germania.

Bandiera arcobaleno LGBT
Bandiera arcobaleno LGBT

La sentenza della Corte europea

Secondo questa sentenza, uno Stato membro dell’Unione Europea deve rispettare l’obbligo di riconoscere un matrimonio tra persone dello stesso sesso, se questo è avvenuto in un altro Stato membro.

La vicenda è nata dopo che due cittadini polacchi, sposati in Germania, hanno richiesto che il loro matrimonio venisse registrato anche all’interno del registro civile polacco. Questo, in modo tale che i due potessero essere riconosciuti come coppia di coniugi anche in Polonia.

Le autorità locali hanno respinto la richiesta dei due cittadini. Il motivo? La legge polacca non sembra prevedere il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Cosa che, come precisato dalla Corte di giustizia, viola il principio delle leggi europee riportato appena sopra.

Gli Stati membri sono infatti obbligati a riconoscere il matrimonio avvenuto all’interno di un altro Stato membro.

Nessuna eccezione per i matrimoni gay

I giudici stabiliscono che, all’interno delle diciture del diritto interno, non è necessario che quest’obbligo venga preservato anche per i matrimoni fra persone dello stesso sesso. Tuttavia, nel momento in cui uno Stato membro applica una sola procedura per ogni matrimonio, ciò vale anche per questa opzione. In questo caso specifico, la coppia di coniugi può godere del pieno diritto di soggiornare liberamente in Polonia. Nonchè di condurre una vita familiare normale e priva di intoppi e ostacoli, come dichiarato dalla Corte UE.

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ultimo aggiornamento: 25 Novembre 2025 12:41

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