Riflessioni in corso sullo stato di emergenza: cosa cambia dopo il 31 marzo senza la proroga, dallo smart working all’obbligo vaccinale per gli over 50.
Si avvicina la scadenza dello stato di emergenza e il governo inizia a ragionare sul da farsi: la data chiave è quella del 31 marzo e questa volta la sensazione è che non si procederà con una proroga. È presto per dirlo con certezza, ma se la situazione non dovesse peggiorare e se la campagna di vaccinazione dovesse proseguire a questi ritmi non sembrerebbero esserci gli estremi per prorogare lo stato di emergenza, che non deve diventare la normalità.
Stato di emergenza, cosa cambia senza la proroga
Senza la proroga dello stato di emergenza, dopo il 31 marzo dovremo fare i conti con nuove regole soprattutto per quanto riguarda il mondo del lavoro.
Smart working
Senza lo stato di emergenza cambiano ad esempio le regole per quanto riguarda il lavoro da remoto. In tempi ordinari lo smart working deve essere concordato con il dipendente e non può essere deciso unilateralmente. Il mondo della Pubblica Amministrazione non avrebbe problemi rilevanti dal cambiamento in quanto il lavoro da remoto è già regolamentato da accordi individuali con i dipendenti. Nel settore privato invece potrebbero esserci problemi organizzati, almeno nelle prime settimane.
La gestione ordinaria della campagna di vaccinazione
Anche per quanto riguarda la campagna di vaccinazione cambierebbero le regole: questa infatti non sarebbe più gestita dalla struttura commissariale ma dalle singole regioni. I centri vaccinali potrebbero essere chiusi e le somministrazioni potrebbero avvenire negli studi medici e nelle strutture ospedaliere.
Si tratterebbe di fatto di passare da una gestione emergenziale ad una gestione ordinaria della campagna di vaccinazione. Il cambiamento non avrebbe grandi ripercussioni nel caso in cui Ema e Aifa dovessero sconsigliare la somministrazione della quarta dose a tutta la popolazione. Al contrario, se fosse raccomandata la somministrazione della seconda dose booster i medici e gli ospedali dovrebbero gestire un gran numero di persone. E questo potrebbe rallentare l’attività ordinaria del sistema sanitario nazionale.
Senza la proroga dello stato di emergenza verrebbe inoltre meno il ruolo del Commissario all’emergenza, carica ricoperta dal Generale Figliuolo. Terminerebbe inoltre anche l’attività del Comitato Tecnico Scientifico.
I colori delle Regioni
Con la cessazione dello stato di emergenza dovrebbe cadere anche il sistema a colori. Questo significa che l’Italia non sarebbe più divisa in zona Bianca, Gialla, Arancione e Rossa.
L’obbligo vaccinale
Anche senza lo stato di emergenza resterebbe in vigore l’obbligo vaccinale per gli over 50, che termina il prossimo 15 giugno.
Dubbi sul Green Pass
La sensazione è che anche senza la proroga dello stato di emergenza il Green Pass resterà in vigore. Le regole potrebbero essere allentate ma la certificazione verde farà ancora parte della nostra vita.