Cosa c’è dietro l’apparente e misterioso suicidio di sei oligarchi russi?

Cosa c’è dietro l’apparente e misterioso suicidio di sei oligarchi russi?

Dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina è avvenuto il misterioso suicidio di sei oligarchi russi: cosa si nasconde dietro?

A puntare i riflettori sulla vicenda è la Cnn che mette in un luce un caso che sembra tutt’altro che scontato. L’apparente suicidio di sei oligarchi russi in tre mesi, cifra che potrebbe anche salire, sembra un caso fin troppo strano. Alcuni degli uomini d’affari, inoltre, sarebbero morti addirittura con le loro famiglie. Infine, coincidenza ancora più inquietante, quattro di loro sarebbero dirigenti della Gazprom o a ditte ad essa collegate.

La vicenda è stata ricostruita dalla Cnn e il primo dettaglio che salta all’occhio è l’incredibile vicinanza temporale tra i vari (apparenti) suicidi. Addirittura gli ultimi si sono verificati a sole 48 ore di distanza l’uno dall’altro. Sembrerebbe farsi strada l’ipotesi che dietro a queste morti ci sia una firma ben precisa e unica.

Bandiera_Russa

Riavvolgendo il nastro il primo suicidio è avvenuto il 30 gennaio, dunque prima dello scoppio del conflitto in Ucraina. Tuttavia già in quel momento, sebbene nel silenzio generale, un attacco della Russia in Ucraina sembrava già possibile. Proprio in quel momento gli Stati Uniti avvisavano Kiev della presenza di soldati che avanzano verso il loro confine.

Chi erano le vittime

Il 30 gennaio a morire è stato Leonid Shulman, uno dei dirigenti di Gazprom, colosso del gas russo e collegata anche della Gazprombank verso la quale molti Paesi europei stanno aprendo i famosi conti k. L’uomo era stato trovato senza vita nella sua casa di lusso a Lenisky. In una lettera l’uomo spiegava il motivo del suicidio dovuto a dei fastidi fisici. Da quel momento la Russia inizierà a registrare una serie di suicidi degli uomini più ricchi del Paese.

Il 25 febbraio è toccato ad Alexander Tyulyakov, anche lui dirigente di Gazprom e anche lui morto a Lenisky. Il 28 febbraio è stata la volta di Mikhail Watford, oligarca del gas e del petrolio, trovato morto nella sua casa in Gran Bretagna. I primi di marzo è toccato a Vasily Melnikov, imprenditore nel campo delle attrezzature mediche. Assieme a lui, nell’appartamento di Nizhny Nogvorod, sono stati trovati morti anche la moglie e i figli. In questo caso la morte è stata provocata da alcune coltellate ma secondo la Polizia locale potrebbe trattarsi di omicidio-suicidio.

Tra il 19 e il 20 aprile, infine, nel giro di poche ore, sono morti Vladislav Avayev e Sergey Protosenya. Il primo è l’ex vicepresidente di Gazprombank ed ex funzionario del Cremlino, trovato morto insieme alla moglie alla figlia. A scoprire i corpi è stata la figlia di 26 anni che ha anche trovato una pistola e dunque si ricalca l’ipotesi dell’omicidio-suicidio. Il secondo, invece, ricco uomo d’affari, è stato trovato morto insieme alla moglie e alla figlia in una villa in Spagna.