Cos’è il laparocele, l’ernia che ha costretto Papa Francesco a essere operato

Cos’è il laparocele, l’ernia che ha costretto Papa Francesco a essere operato

Si può formare sulla cicatrice addominale di un intervento precedente: vediamo sintomi e cure del disturbo che ha colpito il Papa.

Papa Francesco nel pomeriggio di mercoledì 7 giugno 2023 è tornato sotto i ferri presso il Policlinico Universitario Gemelli di Roma: la causa, come dichiarato dal portavoce della Sala Stampa del Vaticano, Matteo Bruni, è una laparocele incarcerato che si è manifestato con “sindromi sub occlusive ricorrenti, dolorose e ingravescenti”. Vediamo di seguito di cosa si tratta e quali cure sono previste.

Il laparocele: cos’è e perché si forma

Il laparocele è, secondo la definizione del Policlinico Gemelli stesso, una condizione patologica caratterizzata dalla comparsa di un’ernia, la quale si va a formare sulla cicatrice di un intervento chirurgico addominale effettuato in precedenza.

Ciò che porta alla creazione dell’ernia è, in particolare, il cedimento della parete muscolare nella zona dell’incisione chirurgica, il che causa uno spostamento del peritoneo, la membrana che separa le viscere dalla parete addominale. Questo causa un gonfiore visibile.

Tale cedimento può verificarsi per diversi fattori, tra cui sforzi fisici ripetuti, l’età, il sovrappeso e anche complicanze nella guarigione della cicatrice.

I sintomi del laparocele

Oltre al gonfiore citato prima, l’ernia all’addome si manifesta con dolori, soprattutto durante i movimenti. Può anche causare nausea e vomito, e nei casi più gravi può portare al rischio di occlusione intestinale, che ha tra le possibili conseguenze l’ischemia intestinale. Se non curato, il laparocele può anche dare origine ad un’ulcera, più difficile da curare.

Come viene curato il laparocele

Salvo alcuni casi, in cui la condizione patologica può essere risolta grazie a manovre manuali effettuate da medici, chi soffre di laparocele deve essere sottoposto ad un intervento chirurgico sotto anestesia generale.

Tale intervento può impiegare la moderna chirurgia laparoscopica, durante il quale il medico effettua tre piccole incisioni e lavora poi con una telecamera e strumenti controllabili dall’esterno. Qualora l’ernia sia particolarmente estesa, è necessario ricorrere alla laparotomia, che prevede un’incisione più ampia dell’addome.

In entrambi i casi, l’operazione, che serve per riposizionare il materiale fuoriuscito ed inserire una protesi a rinforzo della parete addominale, dura circa 2-3 ore.

La convalescenza vuole almeno 2 giorni di ricovero in ospedale e una quindicina di giorni senza sforzi fisici dopo le dimissioni; il paziente deve anche indossare una fascia contentiva per il primo mese dall’intervento.

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