Manifesto di Ventotene: cosa ha detto Meloni e perché lo ha citato
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Manifesto di Ventotene: cosa ha detto Giorgia Meloni e perché lo ha citato

Giorgia Meloni

Alla Camera, la premier Giorgia Meloni cita il Manifesto di Ventotene e scatena la polemica: ecco cosa dice davvero il documento

Durante il suo intervento in Camera di oggi, come riportato da Today, Giorgia Meloni ha citato il Manifesto di Ventotene. “Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia“, ha dichiarato la presidente del Consiglio. Riferendosi alla manifestazione di sabato scorso a Roma, dove molti partecipanti hanno richiamato il documento. “Spero tutte queste persone in realtà non l’abbiano mai letto perché l’alternativa sarebbe spaventosa“, ha aggiunto. Ma voi sapete che cos’è? Ecco spiegato.

Giorgia Meloni durante un discorso

Le citazioni Giorgia Meloni e la polemica in corso

Le polemiche, ancora in corso, sono nate in particolare per le frasi che Giorgia Meloni ha evidenziato dal testo riportato da alcuni manifestanti sabato a Roma. Tra cui: “La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria” e “Attraverso questa dittatura del partito rivoluzionario si forma il nuovo stato, e intorno ad esso la nuova vera democrazia“. L’uso di queste citazioni ha sollevato discussioni sul significato del documento e sulla sua interpretazione politica. Ma sapete che cos’è il Manifesto di Ventotene?

Le origini e il contenuto del Manifesto di Ventotene

Il Manifesto di Ventotene, dal titolo originale Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto, è stato scritto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi mentre si trovavano al confino sull’isola di Ventotene, nel Mar Tirreno. I due intellettuali – oppositori del regime fascista – elaborarono il documento in un periodo in cui l’Europa era ancora divisa e segnata dalla guerra.

L’obiettivo principale del manifesto, aggiunge Today, era l’abolizione della divisione tra stati nazionali sovrani, come espresso chiaramente nel testo: “Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell’Europa in stati nazionali sovrani“.

Secondo gli autori, il futuro dell’Europa doveva basarsi su una federazione politica dotata di un Parlamento e di un governo con ampi poteri in diversi ambiti, tra cui l’economia e la politica estera. Il manifesto fu pubblicato nel 1944 grazie a Eugenio Colorni, che ne curò la redazione e scrisse la prefazione. Il documento si affermò così come un punto di riferimento per il pensiero federalista europeo.

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ultimo aggiornamento: 19 Marzo 2025 14:45

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