Come affrontare la perdita del lavoro a 60 anni quando non hai maturato la pensione: i documenti da preparare.
Perdere il lavoro a 60 anni senza aver maturato la pensione è una condizione che interessa milioni di italiani, generando una preoccupante instabilità economica e sociale. Il mercato del lavoro, poco aperto al reinserimento dei lavoratori più maturi, e un sistema pensionistico ancora molto rigido, rendono questa fase della vita particolarmente complessa. Di fronte a questa realtà, è fondamentale sapere quali strumenti di sostegno sono disponibili e come accedervi concretamente.

Naspi: il primo aiuto dopo la perdita del lavoro
In caso di perdita involontaria dell’occupazione, la prima misura a cui è possibile ricorrere è la Naspi, ovvero la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego. Questa indennità viene concessa per un periodo massimo di 24 mesi, a seconda della metà delle settimane di contributi maturati negli ultimi quattro anni. L’importo iniziale copre circa il 75% della retribuzione media percepita, ma dopo i primi mesi l’indennità viene progressivamente ridotta del 3% al mese. Sebbene non rappresenti una soluzione definitiva, la Naspi consente di gestire la fase immediatamente successiva alla perdita del reddito da lavoro, offrendo un respiro temporaneo.
Assegno di Inclusione e ISEE corrente: il trucco legale per ottenere un aiuto
Al termine della Naspi, chi ha superato i 60 anni e si trova ancora senza pensione può richiedere l’Assegno di Inclusione, una misura pensata proprio per chi si trova in condizione di disagio economico. Tuttavia, i requisiti per accedervi sono stringenti: è necessario avere un ISEE inferiore a 9.360 euro, un reddito familiare annuo non superiore a 6.000 euro. Possedere solo la prima casa e disporre di risorse patrimoniali molto limitate.
Un ostacolo comune è rappresentato proprio dall’ISEE ordinario, che spesso riflette redditi o sussidi percepiti negli anni precedenti. In questi casi, il trucco legale e totalmente valido è richiedere l’ISEE corrente, uno strumento che permette di fotografare la situazione economica attuale, tenendo conto di un calo improvviso di reddito. Per ottenere l’ISEE corrente, occorre prima presentare quello ordinario e poi richiedere l’aggiornamento in base alla nuova condizione economica. Questo documento ha validità di sei mesi e può essere rinnovato, aumentando sensibilmente le possibilità di accedere all’Assegno di Inclusione.
Preparare correttamente la documentazione necessaria, come la certificazione della fine della Naspi, la Dichiarazione Sostitutiva Unica per l’ISEE e le prove della variazione reddituale, è fondamentale per ottenere il sussidio. Chi si trova in questa difficile situazione, dunque, non è privo di risorse: conoscere i propri diritti e sfruttare in modo corretto strumenti come l’ISEE corrente può davvero rappresentare il trucco che salva milioni di italiani.