Il tanto atteso discorso di Putin che ha lasciato con il fiato sospeso da settimane il mondo è arrivato.
Da settimane si parlava di questo fatidico giorno, il giorno in cui si celebra la Vittoria dell’Urss sul nazismo. Una festa nazionale esaltata dallo stesso Putin che l’ha resa una festa identitaria e simbolo anche di questa guerra, a sua detta, contro i neonazisti ucraini. Sarebbe dovuto essere anche il giorno della vittoria su questi ultimi, ma l’operazione militare non è andata come sperato.
Molti avevano presagito la dichiarazione di una guerra totale. Proprio a causa del fallimento dell’operazione speciale, Putin avrebbe potuto dichiarare una guerra mondiale. Ma non è stato così. Tutte le paure sono state scongiurate da un suo discorso abbastanza fiacco rispetto a ciò che si aspettava. Putin ha ricordato e commemorato le vittime della seconda guerra mondiale e quelle di questa guerra esortando i soldati a ricordare per ciò che combattono, ovvero la difesa del Donbass e della patria.
La sua guerra di aggressione e invasione è diventata una guerra di difesa per la sicurezza del popolo russo ribaltando così completamente la realtà dei fatti. Ma ciò che è importante è che Putin non abbia dichiarato guerra alla Nato con l’intenzione di estendere il conflitto. Inoltre, un dato principale è anche il mancato riferimento al nucleare che in questi giorni sta prendendo piede in Russia.
"Una minaccia assolutamente inaccettabile alla nostra sicurezza è stata sistematicamente creata, per di più, direttamente ai nostri confini".
— euronews Italiano (@euronewsit) May 9, 2022
Vladimir Putin nel suo discorso nel "Giorno della vittoria". pic.twitter.com/LT8t0UQruN
Putin sulla difensiva dipinge la Russia come una vittima
Il presidente si è scagliato contro la Nato, come ci si aspettava dicendo che «Nonostante tutte le divergenze nei rapporti internazionali, la Russia si è sempre battuta per creare un sistema di sicurezza equo e paritario, un sistema di vitale necessità per tutta la comunità mondiale.” Poi ha continuato giustificando l’aggressione dell’Ucraina a causa dell’acquisizione del nucleare da parte di Kiev. “Siccome esisteva una minaccia immediata ai nostri confini, la Russia ha fermato preventivamente l’aggressione. Era l’unica decisione corretta e tempestiva da prendere».
Poi ha attaccato gli Stati Uniti e il loro egoismo. “Gli Stati Uniti d’America, soprattutto dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica, hanno curato solo la loro esclusività, umiliando così non solo tutto il mondo ma anche i propri Paesi satelliti che sono costretti a far finta di non accorgersi di nulla e a inghiottire tutto questo docilmente.” Lo zar quindi ha ricostruito il suo profilo come quello di una vittima della Nato e degli Usa mettendosi sulla difensiva anziché minacciare l’avversario.