Dalla prescrizione alla stretta sui tempi delle indagini: ecco cosa prevede il ddl sul processo penale. La bozza è stata approvata in Cdm.
ROMA – Cosa prevede il ddl sul processo penale? Sono diverse gli emendamenti inseriti in questa riforma, approvata dall’ultimo Consiglio dei ministri nonostante l’assenza, tanto discussa, da parte di Italia Viva.
Cosa prevede il ddl sul processo penale
La principale novità di questa riforma è sicuramente il Lodo Conte bis, l’emendamento che ha fatto tanto discutere in questi giorni per il no da parte di Italia Viva. Ma nel ddl ci sono anche tanti altri passaggi fondamentale con la durata dei processi che deve essere massimo di cinque anni suddivisi in questo modo: un anno per il primo grado, due anni per il secondo e un anno per il giudizio di legittimità davanti al giudice monocratico. Il tribunale collegiale potrà in Assise esprimere la sentenza entro due anni. Lo stesso tempo in Appello mentre resta un anno la Cassazione.
I ricorsi in secondo e terzo grado devono essere fatti entro sei mesi dal deposito dell’istanza di immediata definizione. Prevista anche una stretta sui tempi di indagini con la chiusura entro 6 mesi per i reati puniti con una detenzione non superiore ai 3 anni o con una sanzione pecuniaria. Un anno e sei mesi per i reati considerati di maggiore gravità.
I prossimi passaggi del ddl sul processo penale
L’approvazione del Consiglio dei ministri è solo un primo passo verso l’entrata in vigore di questo decreto legge. Nelle prossime settimane il testo sarà chiamato a superare l’esame Parlamento. Lo scoglio più duro sembra essere quello del Senato. Italia Viva, infatti, si è detta pronta a non votarlo vista la presenza all’interno del Lodo Conte bis.
La riforma del processo penale rischia di essere il passaggio fondamentale per la durata di questo esecutivo.
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