Crisi di governo, cosa succede dopo le dimissioni del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte: dal Conte Ter alle elezioni anticipate.
Il 26 gennaio il Governo Conte bis arriva al capolinea con le dimissioni del Presidente del Consiglio e l’apertura della crisi di governo sostanzialmente al buio. Ed evidentemente la domanda è una sola: cosa succede dopo le dimissioni di Conte?
La decisione di rassegnare le dimissioni
Il Presidente del Consiglio, che pure avrebbe avuto la tentazione di sfidare nuovamente la sorte con il rituale della conta in Aula sulla relazione di Bonafede, nella giornata del 25 gennaio ha maturato la decisione di salire al Colle per rassegnare le sue dimissioni. Un passo indietro (o in avanti, questo lo scopriremo) che nasce dalla consapevolezza del fatto che la sua maggioranza, orfana di Italia Viva, non ha i numeri al Senato nonostante il sostegno di un manipolo di responsabili.
Cosa succede dopo le dimissioni di Conte e la caduta del governo
Non sconfitto in Aula, il Presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte può chiedere al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella un nuovo mandato per cercare una nuova maggioranza. Questo è lo scenario più probabile ma non semplice. E soprattutto non è l’unica ipotesi sul tavolo. Si apre così una crisi con una maggioranza che si è dissolta ma con i leader che si sono detti disponibili ad andare avanti ma che hanno bisogno di un sostegno esterno. Andiamo a vedere allora gli scenari più probabili dopo le dimissioni del Presidente del Consiglio.
Il Conte Ter, ma con quale maggioranza?
Quella del terzo governo Conte sarebbe senza ombra di dubbio l’ipotesi più lineare che trasformerebbe una crisi al buio in una possibile crisi pilotata. In questo caso la maggioranza riprenderebbe da dove ha lasciato, ossia dalla ricerca di costruttori e gruppi parlamentari disposti a sostenere il governo. Si guarda agli esponenti di Italia Viva e a quelli di Forza Italia nella speranza che possano sfilarsi dai rispettivi partiti per entrare nello schieramento della maggioranza. Difficile ma non impossibile passando per la creazione di un nuovo governo e quindi riaprendo le porte dei ministeri per l’assegnazione delle cariche.
Il secondo scenario è che Conte, il Pd e il Movimento 5 Stelle accettino di riaccogliere Renzi nella maggioranza di governo. Sostanzialmente il terzo governo Conte sarebbe uguale al secondo. Ma i pentastellati hanno chiuso a Renzi, sembra, in maniera definitiva.
Il terzo scenario, improbabile, è che la vecchia maggioranza converga su un nome nuovo per Palazzo Chigi. I nomi caldi sono quelli di Franceschini e Luigi Di Maio, ma M5s e Pd non sembrano intenzionati ad andare avanti senza Conte.
Il governo di unità nazionale
Se dovesse saltare la coalizione del Conte 2 si potrebbe procedere con la formazione di un governo di larghe intese, un famoso governo di unità nazionale che dovrebbe accogliere anche il Centrodestra. La strada è in salita.
Le elezioni dell’11 aprile
L’ultima ipotesi sul tavolo è quella delle elezioni. La data buona è quella del prossimo 11 aprile. È la strada chiesta dal Centrodestra ma essendoci la base di una maggioranza in Parlamento sembra difficile.