Le conseguenze geopolitiche ed economiche se l’Iran decidesse di chiudere lo Stretto di Hormuz, fondamentale per un quinto del petrolio.
Il contesto internazionale ha raggiunto una tensione senza precedenti. Dopo gli attacchi israeliani del 13 giugno, si è aperta una guerra convenzionale fra Paesi che non condividono confini. Una escalation che sta portando in primo piano una scelta ad alto rischio strategico: se l’Iran decidesse di chiudere lo Stretto di Hormuz, le conseguenze sarebbero di portata mondiale. Vediamo come e perché, passo dopo passo.

Crescita della tensione militare
Tel Aviv e Teheran si affrontano con missili balistici, droni e raid aerei intensi. In pochi giorni sono stati eliminati i vertici dell’esercito iraniano, compresi il generale Mohammad Bagheri e altri alti ufficiali. Questa serie di colpi ha ridotto drasticamente la capacità di risposta difensiva dell’Iran. Inoltre l’aviazione israeliana ha guadagnato la supremazia nel cielo iraniano, rafforzando la pressione strategica e rendendo la chiusura dello Stretto una mossa deliberata e concreta.
Perché lo Stretto di Hormuz è così rilevante
Lo Stretto di Hormuz collega il Golfo Persico al Golfo dell’Oman ed è l’arteria vitale per l’energia mondiale. Circa 20 milioni di barili di petrolio transitano ogni giorno, pari a un quinto della produzione globale. Anche il gas liquefatto proveniente da Qatar, Kuwait e Iran passa attraverso queste acque. Ogni suo blocco interromperebbe il traffico marittimo: le corsie di navigazione, larghe appena 3 km, dipendono da un delicato equilibrio.
L’Iran potrebbe chiudere lo Stretto come ritorsione e leva geopolitica. Tale decisione metterebbe il mondo di fronte a una scelta critica. I prezzi del petrolio schizzerebbero in alto, con ricadute forti sui mercati e sull’economia globale.
La ripercussione più immediata sarebbe l’aumento del prezzo del petrolio: secondo analisti, un balzo fino a + 20 $ al barile appare plausibile. Questa prospettiva spaventa Europa, Stati Uniti e Cina, tutti già vulnerabili in una crisi energetica. L’Italia, ad esempio, percepirebbe un rincaro dei carburanti in tempi brevi, con impatto su consumatori e imprese. Le catene di approvvigionamento subirebbero ritardi e i governi potrebbero essere costretti a varare nuovi piani di emergenza energetica.
Inoltre, la mossa iraniana potrebbe scatenare un’escalation militare internazionale: la comunità globale dovrebbe decidere se intervenire per riaprire il traffico marittimo o cedere alla pressione di Teheran. Anche perché, lo ricordiamo, ogni volta che uno Stato utilizza lo Stretto come arma, non è mai solo un gesto simbolico, ma un atto strategico con conseguenze geopolitiche concrete.
La chiusura dello Stretto di Hormuz da parte dell’Iran rappresenterebbe la notizia decisiva: da semplice valvola di pressione a strumento di pressione, capace di alterare i prezzi energetici, generare instabilità economica e alimentare un nuovo conflitto globale. Il tutto come riportato da geopop.it