Cosa potrebbe accadere se Donald Trump tornasse alla Casa Bianca. Le sue politiche economiche e l’impatto dei dazi sul Made in Italy.
La possibilità di una vittoria di Donald Trump nelle elezioni presidenziali americane del 2024 potrebbe avere ripercussioni significative non solo per gli Stati Uniti, ma anche per l’economia globale, Italia compresa. Durante la sua campagna, Trump ha ribadito l’intenzione di riproporre le stesse politiche economiche del suo primo mandato, come dazi e guerra commerciale. Ma quali potrebbero essere le conseguenze per il nostro Paese?
Dazi e protezionismo: il ritorno della “Trumponomics”
Durante il suo primo mandato, Trump ha introdotto una serie di misure protezionistiche, tra cui l’aumento dei dazi su molti prodotti importati, in particolare quelli provenienti dalla Cina. La cosiddetta “Trumponomics” prevede un inasprimento delle tariffe anche verso altri paesi, compresi quelli europei. Se rieletto, Trump ha dichiarato di voler incrementare i dazi su tutte le importazioni fino al 10%, con punte del 60% per i prodotti cinesi e del 100% per quelli messicani.
Per l’Italia, questi dazi rappresentano una minaccia diretta. Gli Stati Uniti sono uno dei principali partner commerciali del nostro Paese, con esportazioni che superano i 67 miliardi di euro l’anno. I settori più esposti includono quello alimentare (come vino, olio, formaggi) e quello dei macchinari. Se le tariffe aumentassero, molti prodotti italiani diventerebbero meno competitivi sul mercato americano, causando una diminuzione delle vendite e potenzialmente anche una contrazione del PIL italiano.
Trump: gli effetti negativi sui settori chiave del Made in Italy
Un incremento dei dazi da parte degli Stati Uniti potrebbe avere un impatto devastante sui settori chiave del Made in Italy. Gli USA rappresentano, ad esempio, il secondo mercato di esportazione per formaggi come Grana Padano e Parmigiano Reggiano, nonché uno dei principali per il vino italiano. Aumenti delle tariffe renderebbero questi prodotti molto più costosi per i consumatori americani, riducendo la domanda e mettendo in difficoltà le aziende italiane.
Secondo gli economisti, come Jan Hatzius di Goldman Sachs, l’aumento dei dazi potrebbe costare all’Unione Europea fino all’1% del PIL. Con un impatto maggiore su paesi fortemente esportatori come l’Italia. Inoltre, il ritorno al protezionismo potrebbe portare a un aumento dei prezzi anche per i consumatori americani, che si troverebbero a pagare di più per beni importati. Con una stima di costi aggiuntivi per famiglia tra i 1.500 e i 2.500 dollari all’anno.