Cospito trasferito dal carcere all’ospedale: le condizioni peggiorano

Cospito trasferito dal carcere all’ospedale: le condizioni peggiorano

L’anarchico Alfredo Cospito è stato trasferito dal carcere di Opera all’ospedale di Milano, sempre con la formula del 41bis.

Alfredo Cospito, l’anarchico italiano condannato al 41bis e diventato famoso per aver intrapreso un importante sciopero della fame che ha scaturito proteste a livello internazionale, si trova ricoverato in ospedale. I media avevano riferito l’aggravarsi delle sue condizioni di salute a causa dello sciopero della fame e di una caduta nelle docce del penitenziario dove si trovava. 

Dopo un trasferimento dal carcere di Sassari a quello di Milano, adesso Cospito si trova ricoverato in ospedale ma sempre sotto la formula del 41bis. Secondo quanto appreso, l’uomo si rifiuterebbe anche di assumere gli integratori. Qualche giorno fa avrebbe anche fatto testamento biologico. 

Ospedale

Alla luce della situazione di salute dell’uomo il ministero della Giustizia ha richiesto il parere del comitato di bioetica. L’anarchico si trova ricoverato in ospedale dalla scorsa notte. Avrebbe trascorso ben 114 giorni senza cibo, arrivando a pesare 71 chili. È giunta anche notizia del suo trasferimento dal carcere Opera di Milano all’ospedale San Paolo.  

L’uomo si trova in una delle due stanze di ospedale adibite ai detenuti sottoposti al 41bis. Secondo i medici, il comportamento messo in atto da Cospito – ovvero lo sciopero della fame e il rifiuto degli integratori – lo pone a serio rischio di “edema cerebrale e aritmie cardiache potenzialmente fatali”. Proprio per scongiurare questa possibilità, l’uomo è stato trasferito in ospedale.  “La salute di ogni detenuto costituisce priorità assoluta”. Sono queste le dichiarazioni del ministro della Giustizia Carlo Nordio.  

Alfredo Cospito potrebbe essere sottoposto all’alimentazione forzata: i medici stanno valutando la situazione per capire come intervenire. si suppone anche un possibile trattamento sanitario obbligatorio. in questo senso dovrà però essere il sindaco del carcere Opera di Milano a prendere una tale decisione, in seguito anche ad una adeguata valutazione psichiatrica.