Era il 13 gennaio del 2012 quando la Costa Concordia del capitano Francesco Schettino si arenò presso l’isola del Giglio dopo aver urtato uno scoglio
Costa Concordia tragedia – Erano le 21.45 del 13 gennaio 2012, quell’anno capitò di venerdì, scaramanzia a parte. L’ormai tristemente famoso inchino della nave, la Costa Concordia, poi l’urto contro gli scogli de Le Scole davanti all’isola del Giglio. L’impatto provocò l’apertura di una falla di circa 70 metri sul lato sinistro dello scafo, la nave si arenò poi a Punta Gabbianara. Persero la vita 32 persone , 157 i feriti.
13 gennaio 2017 – Capita nuovamente di venerdì il 13 gennaio e oggi, come ormai consuetudine da quel lontano 2012, nella chiesa dei Santi Lorenzo e Mamiliano si terra’ la messa di suffragio per le vittime della tragedia, che saranno ricordate anche con una fiaccolata e con la tufata delle sirene delle imbarcazioni in porto e il minuto di silenzio.
Intervenuto ai microfoni de Il Fatto Quotidiano, De Falco, l’ufficiale che coordinò i soccorsi per il naufragio, ha ripercorso le vicende di quella dannata e incredibile sera di cinque anni fa: “Sono le 22,30 circa: è la sala operativa che mi dice che c’è una nave passeggeri con 1800 persone in difficoltà vicino alla costa. In realtà i numeri erano altri, ma mi dissero quella cifra per spingermi ad andare. Indossai un paio di jeans e attraversai il cortile per andare in sala operativa. Incrociai il comandante di una motovedetta e gli dissi subito di accendere i motori. In quel momento io ero convinto che la nave fosse nella zona di Livorno, perché la mia delega finiva alla provincia. Elba esclusa. Salga a bordo cazzo? Non me ne pento assolutamente. Ero consapevole che avevo bisogno della autorità da bordo. Guardi, non serviva un comandante superman, ma solo qualcuno che avesse autorità e conoscenza della situazione che disponesse l’organizzazione delle operazioni a bordo e che ci aiutasse a fare le nostre considerazioni fornendoci elementi di conoscenza reali e diretti. Invece non ci fu nessuno a bordo che usò l’autorità di prendere decisioni anche semplici, quasi banali“.