Ba.2.87.1, la nuova variante di Covid-19 arriva dal Sudafrica: le implicazioni per la salute.
La comunità scientifica internazionale è nuovamente in allerta a seguito della scoperta di una nuova variante del Covid-19, etichettata come Ba.2.87.1. Identificata dallo stesso gruppo di scienziati sudafricani che per primi hanno segnalato la variante Omicron, questa nuova forma del virus si distingue per il suo elevato numero di mutazioni, suscitando interrogativi sulla sua trasmissibilità, patogenicità e capacità di eludere l’immunità esistente.
Covid-19: caratteristiche e origine di Ba.2.87.1
Ba.2.87.1 emerge con un profilo geneticamente singolare, presentando oltre 100 mutazioni, di cui più di 30 localizzate sulla proteina Spike, elemento chiave per l’ingresso del virus nelle cellule umane.
Tulio de Oliveira, direttore del Centro per la risposta alle epidemia e l’innovazione alla Stellenbosch University, ha sottolineato la divergenza di questo nuovo lignaggio rispetto alle varianti di Omicron precedentemente in circolazione. Secondo de Oliveira, l’ipotesi più plausibile è: “L’ipotesi più plausibile, come nel caso di Ba.2.86, sarebbe un’infezione cronica seguita dalla trasmissione nella popolazione, in cui ha circolato non rilevata. Tuttavia, non possiamo escludere anche l’ipotesi di un serbatoio animale”.
Nonostante la sua complessità genetica, al momento non vi sono segnali che indichino una diffusione ampia di Ba.2.87.1, né che possa sostituire la variante dominante attuale, JN.1. In Sudafrica, il paese dove è stata rilevata, i contagi rimangono bassi, e le analisi preliminari suggeriscono una minore capacità di evasione immunitaria rispetto ad altre varianti.
Massimo Ciccozzi, epidemiologo, ha evidenziato l’importanza di monitorare da vicino Ba.2.87.1, data la sua notevole mutazione nella proteina Spike. Le mutazioni non sinonime e le delezioni osservate indicano un’evoluzione significativa del virus, con potenziali implicazioni per la sua interazione con il sistema immunitario umano.
La risposta globale alla nuova variante
Tuttavia, esperti come Fabrizio Pregliasco rassicurano che, basandosi sulle conoscenze attuali, Ba.2.87.1 non sembra essere particolarmente preoccupante dal punto di vista della patogenicità o della capacità di eludere le difese immunitarie fornite dai vaccini. La comparsa di Ba.2.87.1 riafferma l’importanza della sorveglianza genomica e della ricerca continua per anticipare e mitigare l’impatto delle varianti del SARS-CoV-2.
Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento, sottolinea che il virus continuerà a mutare come parte della sua naturale evoluzione. “La scoperta di una nuova variante è qualcosa a cui dobbiamo abituarci. Nel campo dell’influenza questo tipo di sorveglianza si fa da decenni e non ha mai fatto notizia”, aggiunge il docente.