Il report dell’Istituto superiore di Sanità ha annunciato un calo per quanto riguarda l’indice Rt e l’incidenza da Covid.
Il mix di Covid, influenza e sindromi simil influenzali sta mettendo a dura prova le persone. Un’epidemia di influenza si sta propagando in tutta Italia proprio nel periodo che precede il Natale. Il mix di Covid, influenza e sindromi simil influenzali sta mettendo a dura prova le persone nel periodo che precede Natale.
Nonostante i numerosi casi di influenza, i casi di positività da Covid sono calati. Nella fattispecie hanno subito un decremento anche i ricoveri nei reparti ordinari e quelli nelle terapie intensive. Lo riferisce il monitoraggio Covid settimanale dell’Istituto superiore di Sanità.
Secondo quanto emerso, l’indice di trasmissibilità è in discesa, con un Rt medio calcolato sui casi sintomatici a 0,91 (range 0,83-0,97). I dati in questione prendono in considerazione il periodo compreso tra il 30 novembre e il 13 dicembre. Il dato ammontava a 0,98 durante la settimana precedente a quella in riferimento. Stesso discorso per quanto riguarda l’incidenza dei casi in Italia. Nella fattispecie, per 100mila abitanti il dato ammonta a 233 (nel periodo 16-22 dicembre 2022) rispetto a 296 (9-15 dicembre).
In questa situazione Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, in occasione di un’intervista rilasciata su ‘La Stampa’ ha parlato dei rischi a cui si andrebbe incontro con l’eliminazione del tampone finale. “Abrogare il tampone in uscita per i sintomatici, che hanno una carica virale ancora alta è un rischio troppo alto. Magari era un passo che si poteva tentare scavallato l’inverno”.
Addio al tampone finale
Si presume quindi l’abbandono del tampone finale al termine della quarantena, almeno per i pazienti che non hanno riportato sintomi o che li hanno avuti in maniera lieve. Schillaci prosegue: “Siamo in una fase endemica del Covid, dobbiamo avere le stesse accortezze che avevamo prima per l’influenza” per tornare alla normalità. Quando si stava male, con l’influenza, si restava a casa. Appena i sintomi finivano, si rientrava a lavoro. Oggi siamo ancora più responsabilizzati in questo con l’uso della mascherina quando siamo con le persone più fragili. In questo modo possiamo tornare alla tanta auspicata normalità”.