Covid, celebrazioni liturgiche tornano al pre-pandemia

Covid, celebrazioni liturgiche tornano al pre-pandemia

Ad annunciarlo è stata la Conferenza Episcopale Italiana, comunicando un normale ritorno a tutte le attività ecclesiastiche.

Dopo l’annuncio dell’Oms sulla fine dell’emergenza Covid, la vita riprende nuovo colore. Con un graduale allentamento delle restrizioni sono tornate tutte le care vecchie abitudini che sanno tanto di normalità. Lo stello valle per le celebrazioni liturgiche, che “possono tornare a essere vissute nelle modalità consuete precedenti all’emergenza sanitaria”.

Chiesa

Libertà per le comunità religiose

In una lettera ai vescovi, la Presidenza Cei ha annunciato che “tutte le attività ecclesiali, liturgiche, pie devozioni, possono tornare a essere vissute nelle modalità consuete precedenti all’emergenza sanitaria”. Resta comunque possibile per i vescovi diocesani disporre o suggerire alcune norme prudenziali, come “l’igienizzazione delle mani prima della distribuzione della Comunione o l’uso della mascherina per la visita ai malati fragili, anziani o immunodepressi”.

Sarà possibile dire addio anche alle celebrazioni trasmesse in streaming. Per le strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali invece, si seguiranno le norme proprie dei luoghi in cui si svolgono le attività.

A dichiararlo è il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che definisce il periodo della pandemia come “un tempo difficile in cui le nostre comunità cristiane sono state prossime con la preghiera e le opere di carità a chi ha sofferto la malattia e le conseguenze della difficile fase economica”.

Cei: “Grazie a chi ha contribuito”

Nel comunicato, la Cei ha espresso immensa gratitudine per il personale sanitario che “con dedizione e mettendo a rischio la propria vita, si è preso cura dei numerosi ricoverati a causa del Covid-19”. Un grazie è andato anche a tutti coloro che hanno dato il loro contributo per alleviare i disagi e affrontare la crisi.

L’Assemblea cita quindi “amministrazioni pubbliche, forze dell’ordine e di vigilanza, personale della scuola, lavoratori impegnati nelle attività primarie, operatori della comunicazione, imprenditori, operatori pastorali e quanti si sono prodigati per la sicurezza degli ambienti della Chiesa, e tanti semplici cittadini”.

Un ricordo anche verso tutte quelle vite scomparse a causa del Covid, “tra cui centinaia di sacerdoti che hanno contratto l’infezione adoperandosi per il proprio ministero”. La lettera conclude: “Come ha suggerito papa Francesco con insistenza, anche per loro dobbiamo con responsabilità e determinazione affrontare le tante sfide, nella consapevolezza che siamo sulla stessa fragile barca”.